ARTICLE AD BOX
Mohammad Abedini Najafabadi, l'iraniano fermato a Malpensa lo scorso 16 dicembre su richiesta degli Stati Uniti, per ora resta in carcere a Opera. Ma con la liberazione di Cecilia Sala le cose potrebbero cambiare. L'ingegnere 38enne, che ha chiesto gli arresti domiciliari, potrebbe essere scarcerato con una richiesta del ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Il ministro si è recato Palazzo Chigi, ma smentisce che l'argomento della conversazione sia la scarcerazione dell'iraniano.
La procuratrice generale di Milano, Francesca Nanni, spiega che non c'è nessuna «novità al momento» sul caso Abedini, «solo grande soddisfazione» per la liberazione di Cecilia Sala. La stessa pg aveva espresso parere negativo alla corte d'Appello di Milano sulla richiesta di arresti domiciliari dell'iraniano, la cui estradizione è richiesta dagli Usa. Per ora, salvo sviluppo diplomatici che potrebbero arrivare già nelle prossime ore, l'ingegnere iraniano resta nel carcere milanese di Opera.
Tajani: «Abedini-Sala casi separati»
«Gli stessi iraniani hanno separato le due cose. Intanto godiamoci il rientro in Italia di Cecilia Sala, una brava giornalista». Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani, nell'edizione straordinaria del Tg1, risponde alla domanda su quanto abbia pesato l'incontro di qualche giorno fra tra la premier Giorgia Meloni e il presidente eletto Usa Donald Trump in Florida alla luce della vicenda dell'ingegnere iraniano Mohammed Adedini Najafabadi. «Mi fa particolarmente piacere anche perché sono amico personale del padre, quindi oltre al dovere da ministro ci ho messo anche un po' di affetto per il padre, che è un amico», ha aggiunto.
«Sono felice - ha spiegato il vicepremier - di questo lavoro di squadra, quando si lavora in squadra si lavora nel modo migliore. Fin dal primo giorno avevamo visto giusto, abbiamo fatto quello che si poteva e doveva fare per riportare a casa una cittadina italiana, come facemmo con Alessia Piperno e come abbiamo fatto tante volte per riportare a casa altri cittadini italiani anche nei mesi scorsi».
Abedini, cosa può succedere ora
Se alcuni esponenti iraniani non hanno mai legato l'arresto di Cecilia Sala alla richiesta di estradizione di Abedini, altri elementi sembrano tenere insieme le due vicende e non si esclude che nelle prossime ore il ministro della Giustizia Carlo Nordio possa "sfruttare" un articolo del codice di procedura penale, il 718, che al comma 2 prevede che, in caso di arresto con richiesta di estradizione, «la revoca è sempre disposta se il ministro della Giustizia ne fa richiesta». Significa che se oggi Nordio lo chiedesse, trasmettendo il provvedimento alla corte d'Appello di Milano, l'ingegnere iraniano sarebbe libero.
Per il 38enne di Teheran è prevista, il prossimo 15 gennaio, l'udienza in corte d'Appello per discutere la richiesta dei domiciliari, avanzata dal difensore Alfredo De Francesco, su cui la procuratrice generale di Milano Francesca Nanni si era espressa in modo negativo ritenendo che «le circostanze rappresentate nella richiesta, in particolare la messa a disposizione di un appartamento e il sostegno economico da parte del consolato dell'Iran» insieme ad «eventuali divieto di espatrio e obbligo di firma, non costituiscano una idonea garanzia contrastare il pericolo di fuga del cittadino iraniano di cui gli Usa hanno chiesto l'estradizione».