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Ogni volta che la politica evoca un condono edilizio o parla di sanatorie induce i proprietari di casa a commettere nuovi abusi. E’ una costante, spiegano gli esperti. Un fatto grave, tanto più grave se si considera che in Italia oggi su 100 costruzione autorizzate più di 15 sono abusive. In base agli ultimi dati disponibili, contenuti nel rapporto Bes 2022 dell’Istat, si va infatti dal 3,3% di case abusive del Trentino Alto Adige al 54,1% di Basilicata e Calabria. Al Sud, infatti, più di 4 immobili su 10 risultano abusivi, ovvero 10 volte di più del Nord (4,6%). Piemonte ed Emilia Romagna, infatti, si fermano al 4,2%, la Lombardia al 4,7, il Veneto al 5,3 e la Liguria al 6,4.
Al Sud alle spalle di Basilicata e Calabria troviamo invece la Campania, dove una casa su due (50,4%) risulta abusiva, la Sicilia è al 48,2 e la Puglia al 34,8%. A questi dati vanno poi aggiunti quelli altrettanti allarmanti dei reati ambientali legati all’abusivismo, in continua crescita, e quelli delle mancate demolizioni.
«Spiace che il ministro Salvini non abbia coinvolto Legambiente che danni segue il tema della lotta all’abusivismo edilizio. Una piaga che sfregia ormai da decenni il nostro Paese e che è in crescita come ricorda l’Istat nel suo ultimo rapporto stimando un incremento del 9,1%, come non accadeva dal 2004. Ma anche come dimostrano i dati delle attività svolte dalle forze dell’ordine contro il ciclo illegale del cemento, raccolti nel nostro Rapporto Ecomafia, con una crescita sempre nel 2022 del 28,7% rispetto al 2021» segnala il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani. A suo parere «questa è la vera emergenza da contrastare. L’annuncio di una nuova pace edilizia per sanare piccole difformità, invece, rischia solo di alimentare ancor di un più il business del mattone illegale».
Nelle aree più a rischio in 18 anni abbattuti solo 15 immobili su 100
Dal 2004 a dicembre 2022 nelle regioni più a rischio – Calabria, Campania, Lazio, Puglia e Sicilia – dove è più alta la concentrazione di immobili abusivi il numero delle demolizioni eseguite è stato pari ad appena il 15,3% dei 70.751 immobili «fuorilegge» per i quali è stato stabilito l’abbattimento da parte dei 485 comuni che hanno risposto in maniera completa al monitoraggio civico promosso da Legambiente, pari al 24,5% del campione totale monitorato. In base al report «Abbatti l’abuso 2023» la regione col maggior numero di ordinanze emesse è la Campania (23.635), quella con il migliore rapporto tra ordinanze emesse e quelle eseguite è la Sicilia, con il 19,2%, seguita da Lazio 17,2%, Campania 13,1% e Puglia 10,2%. In fondo alla classifica figura la Calabria, col 9,6%. La provincia con il migliore rapporto tra ordinanze emesse ed eseguite dai Comuni del suo territorio è quella di Rieti (41,8%), la peggiore è quella di Catanzaro, con appena il 2,7% di abbattimenti eseguiti. Tra i comuni capoluogo, spicca Avellino, col 39,4%, quelli peggiori sono invece Catanzaro (0,7%), Brindisi (0,2%) e Benevento (0). Nelle isole minori, il Comune di Lipari (Me) ha il maggior numero di abusi (1.793 abusi) e di demolizioni (538), seguono quello di Capri (681 ordinanze e 198 abbattimenti), e quello di Ischia, con 1.274 ordinanze di demolizione e 175 esecuzioni. Il report segnala per questo come «molto grave» la situazione delle isole minori, dove si registra un abuso ogni 12 abitanti, ma sottolinea anche come «rilevante» l’ incidenza del mattone illegale nei comuni costieri, dove si arriva ad una media di 395,9 ordinanze di demolizione a comune, cinque volte quella relativa ai comuni dell’entroterra.
Dopo 40 anni ancora inevase 4 milioni di domande di sanatoria
Il dato nazionale, per quanto non ancora aggiornato, è scandaloso: a 40 anni di distanza dal primo condono edilizio, a fronte di 15 milioni di pratiche di condono presentate, a fine 2019 ce n’erano ancora ben 4,2 milioni inevase. «E la situazione a tutt’oggi non è migliorata granché – spiega il professor Sandro Simoncini, presidente del Centro studi Sogeea di Roma – perché in media si registra un avanzamento annuo delle pratiche nell’ordine dell’1-2%». Il nuovo rapporto sul condono edilizio in Italia verrà presentato a ottobre in Senato, intanto però Sogeea ha sfornato i nuovi dati relativi a Roma, che è la città italiana che in assoluto detiene il record nazionale di domande presentate: ebbene su 599.793 istanze relative a condoni che vanno dal 1985 al 2004 ce ne sono ancora 171.115 da istruire. A livello regionale, invece, il Lazio con 624 mila domande inevase su 1,62 milioni è al terzo posto alle spalle di Lombardia e Piemonte. «Solo per il Lazio - spiega Simoncini - questa situazione si traduce in mancati introiti per le casse dello Stato per circa 3,6 miliardi di euro tra oblazione statale, oblazione regionale, oneri concessori, danno ambientale, diritti di segreteria ed istruttoria». Al livello regionale 153.431 istanze tra quelle ancora da istruire sono relative al provvedimento emesso nel 2003 dal Governo Berlusconi che vietava la regolarizzazione di immobili costruiti su terreni soggetti a vincolo. «Va da sé la necessità di arrestare la cementificazione selvaggia e far rispettare i vincoli paesaggistici e ambientali - sostiene Simoncini - ma concludere l’iter delle pratiche, consentirebbe di evitare i numerosi ricorsi che i cittadini presenterebbero e vincerebbero sicuramente in quanto é compito dell’ente pubblico uniformare i loro diritti».