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Acca Larenzia: in centinaia per il presente con il saluto romano, indaga la Digos

22 ore fa 2
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La Digos della Questura di Roma è al lavoro per identificare gli autori del 'saluto romano' in occasione della commemorazione per i 47 anni dell'eccidio di Acca Larenzia. La Digos - rende noto la Questura - sta visionando i filmati della manifestazione per identificare "coloro che si sono resi responsabili di condotte apologetiche del fascismo". Nel corso della commemorazione, organizzata da Casapound, a cui hanno partecipato circa 1300 persone, è stato chiamato il "presente" ed è stato effettuato il saluto romano dalla maggior parte degli astanti. 

Il grido con i nomi delle vittime della strage di Acca Larenzia a Roma. Il presente ripetuto tre volte, col saluto romano. Come ogni anno, centinaia di aderenti a CasaPound e altri militanti di estrema destra hanno commemorato i morti dell'agguato del 7 gennaio 1978, dove furono uccisi i due giovani appartenenti al Fronte della Gioventù, Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, e poco dopo Stefano Recchioni a seguito degli scontri con le forze dell' ordine. I militanti sono ancora davanti la sezione di Acca Larenzia. A qualche centinaio di metri, sull'Appia nuova, c'è il contro-presidio antifascista di gruppi autonomi e studenti. 

"Viva la Resistenza, m***e", lo ha urlato un passante durante la manifestazione in memoria dei due militanti del Fronte della Gioventù, Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, uccisi davanti la sede in via Acca Larentia nel quartiere Tuscolano a Roma. Il contestatore è stato poi identificato dalle forze dell'ordine. "Invece che arrestare i manifestanti per apologia di fascismo identificano chi si appella la Costituzione. È giustissimo commemorare le vittime della lotta politica armata ma è inaccettabile che questo diventi Predappio, un raduno di neofascisti, di gente che fa il saluto romano. Inaccettabile per un Paese che ha subito fascismo e nazismo. Forse qualcuno non ha studiato".

"L'unica cosa sensata è costruire la pacificazione ma la pacificazione non si costruisce tirando giù a picconate una targa commemorativa". Lo ha detto il deputato FdI e vicepresidente vicario della Camera, Fabio Rampelli, in occasione dell' anniversario della strage di Acca Larentia, in merito alla scelta di Roma Capitale di rimuovere la targa dedicata a Stefano Recchioni, uno dei tre giovani del Fronte della Gioventù a essere ucciso tra il 7 e l'8 gennaio 1978.

Rocca, oggi non commemoro con il Comune di Roma

Con il Comune "l'anno scorso eravamo qua insieme, l'atteggiamento sulla targa ovviamente non mi ha messo in condizioni di poter avere una commemorazione. Io non mi sono sentito di commemorare con il Comune oggi. Si poteva scegliere una strada, un percorso, una memoria condivisa. Individuare una targa comune. Si potevano fare tante cose. A distanza di pochi giorni l'ho trovata una provocazione inutile. Dopo anni ci si sveglia e si fa distruggere quella targa. Quando il dito indica la luna che è la pacificazione, un percorso di dialogo, l'imbecille guarda il braccio". Lo ha detto il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca a margine della commemorazione della strage di Acca Larenzia, in merito alla polemica sulla targa per Stefano Recchioni, affissa con la firma "i camerati", poi rimossa dal comune di Roma, ricomparsa nelle scorse ore. "Mi sono sentito con il sindaco, con l'assessore Smeriglio, se si avvierà veramente un percorso condiviso, ovviamente la mia disponibilità è totale, ci mancherebbe altro", ha aggiunto Rocca.

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