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Fonti israeliane confermano a Times of Israel che l'accordo tra Israele e Hamas per il cessate il fuoco a Gaza e per la liberazione degli ostaggi israeliani è stato raggiunto. Come lo conferma questa sera "un alto diplomatico straniero" ad Hareetz. E sempre al quotidiano israeliano una fonte israeliana ha spiegato che "è stata risolta la crisi" che si era venuta a creare dopo che Hamas aveva presentato nuove richieste sul l Corridoio Filadelfia lungo il confine tra Israele ed Egitto.
L'accordo che sarebbe stato raggiunto da Israele e Hamas prevederebbe una fase iniziale di cessate il fuoco di sei settimane, il ritiro graduale delle forze israeliane, il rilascio degli ostaggi detenuti ancora da Hamas e il rilascio dei detenuti palestinesi detenuti da Israele. Lo scrive Reuters anticipando alcuni dei contenuti dell'intesa.
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Dagli Stati Uniti, anche il presidente eletto Donald Trump, in un post sul suo social network Truth Social, ha annunciato il raggiungimento dell'obiettivo: "Abbiamo un accordo per gli ostaggi in Medio Oriente. Saranno rilasciati a breve. Grazie!" ha scritto Trump, secondo quanto riporta la CNN. L'accordo che sarebbe stato raggiunto a Doha deve essere ancora formalmente annunciato. E' attesa a breve una dichiarazione congiunta di Stati Uniti, Qatar ed Egitto, protagonisti dei negoziati. Successivamente, il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al Thani terrà una conferenza stampa a Doha per fornire dettagli sull'accordo. La bozza di accordo sarebbe stata finalizzata durante la riunione dei mediatori avvenuta oggi in Qatar, a cui ha partecipato anche Steve Witkoff, selezionato da Trump per il ruolo di inviato per il Medio Oriente nella sua seconda amministrazione.
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Trump è il primo leader a dare per certa l'intesa, dopo un anno e mezzo di conflitto, parlando di "accordo epico, realizzabile solo con mia vittoria". "La nostra storica vittoria di novembre ha segnalato al mondo intero che la mia amministrazione avrebbe cercato la pace e negoziato accordi per garantire la sicurezza di tutti gli americani e dei nostri alleati", scrive ancora il presidente che entrerà in carica formalmente tra pochi giorni. "Abbiamo ottenuto così tanto senza nemmeno essere alla Casa Bianca. Immaginate tutte le cose meravigliose che accadranno quando tornerò alla Casa Bianca e la mia amministrazione sarà pienamente confermata, così da poter garantire altre vittorie per gli Usa". "Con questo accordo in atto, il mio team per la sicurezza nazionale, attraverso gli sforzi dell'inviato speciale in Medio Oriente Steve Witkoff, continuerà a lavorare a stretto contatto con Israele e i nostri alleati per garantire che Gaza non diventi mai più un rifugio sicuro per i terroristi. Continueremo a promuovere la pace attraverso la forza in tutta la regione, mentre sfruttiamo lo slancio di questo cessate il fuoco per espandere ulteriormente gli storici accordi di Abramo. Questo è solo l'inizio di grandi cose a venire per l'America e, in effetti, per il mondo!".
"Siamo a un passo dal cessate il fuoco, questo certamente è un segnale molto importante che chiude una stagione di guerra", sono le parole del ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio italiano Antonio Tajani, a Tv2000 nel programma Di Bella sul 28 condotto da Antonio Di Bella, in onda il 15 gennaio alle 21.10. "Ovviamente - sottolinea Tajani - ci saranno diverse fasi per arrivare a una tregua definitiva, ma se questo risultato lo aggiungiamo a quello ottenuto con il cessate del fuoco in Libano, con l'elezione del nuovo presidente libanese il cristiano-maronita Aoun, con la nascita di un nuovo Stato in Siria che sembra voler essere protagonista di pace, allora possiamo dire che in Medio Oriente si va nella giusta direzione. Siamo soddisfatti? Assolutamente no. Non è che l'inizio, però se il buongiorno si vede dal mattino mi pare che stiamo andando verso una buona giornata".
"L'Italia - aggiunge Tajani a Tv2000 - vuole essere sempre più protagonista in Medio Oriente. È il nostro interesse. Il Mediterraneo vogliamo che sia un mare di pace, non un cimitero di migranti. Quindi saremo protagonisti della ricostruzione di Gaza, ma saremo anche grandi sostenitori della pace, così come lo siamo stati fino a oggi. Non è un caso che abbia visitato venerdì scorso la Siria, che sia stato a salutare il nuovo presidente libanese Aoun. E lunedì, molto probabilmente - conclude Tajani - sarò sia in Israele che in Palestina per sostenere la tregua e per far sì che si possa veramente guardare con più ottimismo verso il futuro".