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Acerra, Giulia a 9 mesi sbranata dal pitbull mentre dormiva. La prima versione del padre: «Aggredita da cani randagi in mezzo alla strada»

2 giorni fa 2
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Sbranata dal pitbull del papà, mentre dormiva nel suo lettino. La morte tremenda della piccola Giulia, di appena nove mesi, sta angosciando l’intera comunità di Acerra e dintorni. La bambina stava dormendo quando il pitbull di famiglia, un cane di grossa taglia, l’ha improvvisamente morsa sulla faccia accanendosi su di lei. Quando è giunta in ospedale era ormai morta. Secondo quanto finora trapelato il padre, Vincenzo Loffredo, 24 anni, sembra che stesse dormendo anche lui al momento della tragedia. La mamma, Angela, 22 anni, invece in quel momento stava lavorando, era dunque fuori casa. Il terribile episodio si è consumato nella notte tra sabato e domenica al primo piano del complesso abitativo popolare Ice-Snei, porta occidentale del grande centro dell’area metropolitana a nordest di Napoli. L’allarme è scattato mezz’ora dopo la mezzanotte, quando Vincenzo Loffredo è giunto di corsa con la figlioletta tra le braccia al pronto soccorso della vicinissima Clinica Villa dei Fiori, ubicata sull’altro lato della strada, un enorme ospedale privato convenzionato ben attrezzato anche per emergenze come questa. Ma nonostante tutti gli sforzi praticati, i medici dell’ospedale non hanno potuto fare altro che constatare il decesso della bambina. In base al referto sanitario la piccola Giulia Loffredo è giunta nel pronto soccorso in arresto cardiocircolatorio. Sempre secondo quanto scrivono i camici bianchi la povera piccola presentava graffi ed ecchimosi su tutto il corpo nonché ferite multiple e profonde escoriazioni. Sul posto è accorsa una volante della polizia. Le indagini sono condotte dalla procura di Nola.

LE INDAGINI

Nel frattempo l’appartamento in cui abitano i Loffredo è stato posto sotto sequestro dagli inquirenti. Stanno però emergendo versioni contrastanti sulla dinamica di questa vicenda. I medici infatti hanno scritto che il papà della bambina ha dichiarato che la piccola sarebbe stata aggredita da alcuni cani randagi in mezzo alla strada. Solo in un secondo momento Vincenzo Loffredo, che nella vita fa il barista, avrebbe ammesso davanti ai poliziotti che la figlia è stata aggredita dal suo cane all’interno dell’abitazione. «Mi sono addormentato davanti alla televisione - le parole riferite dal giovane agli agenti - a un certo punto mi sono svegliato e quando sono andato a vedere cosa stesse succedendo ho visto la bambina a letto in una pozza di sangue». In quei drammatici istanti mamma Angela non c’era. Stava lavorando in una pizzeria della zona dov’è impiegata come cameriera. Quindi la corsa disperata di papà Vincenzo verso il pronto soccorso della clinica ubicata a pochi metri da casa ma dove i medici non hanno potuto fare altro che appurare la morte della bambina.

L’AUTOPSIA

Poco dopo la salma di Giulia è stata trasportata all’obitorio giudiziario del Nuovo Policlinico per l’esame autoptico. I poliziotti hanno setacciato l’alloggio dei Loffredo in ogni suo angolo. Il cane intanto è stato portato in una struttura apposita. Saranno i veterinari dell’Asl Napoli 2 Nord e i magistrati a deciderne la sorte. Sono però scoppiate polemiche.

«ERA PERICOLOSO»

C’è malumore nel rione della tragedia. Ieri mattina la gente è scesa dai palazzi dell’Ice Snei a sfogare rabbia e risentimento. «Quel cane era pericoloso. Lo avevamo già fatto notare in passato», le dichiarazioni dei vicini di casa dei Loffredo. «Questa tragedia si poteva evitare - la testimonianza di Maria Riccardi, una signora che abita accanto all’alloggio in cui è morta Giulia - l’anno scorso, in estate, il pitbull è scappato dall’appartamento, è sceso nel cortile ed ha ucciso un altro cane». «Sì - conferma Alessandra, un’altra vicina - una dog sitter stava portando al guinzaglio il cane che aveva in affidamento quando il pitbull lo ha aggredito uccidendolo: il pitbull non era al guinzaglio e non aveva la museruola». Un episodio, questo, che sarebbe avvenuto tra luglio e agosto della scorsa estate. «Purtroppo faceva molto caldo - aggiunge la signora Riccardi - e quando fa un caldo così forte molti di noi che abitiamo qui usiamo tenere aperte le porte di casa per far ventilare le abitazioni. Evidentemente il pitbull ne approfittò e scappò nel cortile uccidendo l'altro cane. Io però se fossi stato il padrone di quella bestia avrei preso delle precauzioni, ma nessuno ha fatto niente». Una situazione pericolosa. Secondo le associazioni dei consumatori ogni anno in Italia si registrano circa 70 mila aggressioni da parte di cani feroci. Non esiste però una regolamentazione precisa sul possesso di questo tipo di animali.

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