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Alessandro Argentini, suicida dopo la truffa dei finti-broker. «Aveva perso 150mila euro, tutti i suoi risparmi»

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Una storia terribile: è stato trovato morto in casa Alessandro Argentini, 56enne di Chivasso che era in Naspi da un anno. L'informatico si sarebbe tolto la vita con un mix di farmaci. L'uomo si sarebbe suicidato per una truffa che gli era costata 150mila euro. Ossia, l'equivalente della liquidazione più buonuscita dopo tanti anni di lavoro. Secondo la sorella, Antonella Argentini, Alessandro sarebbe stato indotto a togliersi la vita dopo aver subito una truffa legata alle criptovalute. Gli accertamenti sono ancora in corso, ma la donna ha raccontato a "Chi l'ha visto?" di aver trovato nel cellulare del fratello un fitto scambio di messaggi con sedicenti consulenti finanziari.

Alessandro Argentini, la truffa e il suicidio

Secondo quanto ricostruito dalla trasmissione Rai, Argentini avrebbe chattato per mesi con un broker dal nome fittizio, Lorenzo Marchetti. Da quando aveva iniziato gli scambi con il consulente finanziario, l'informatico aveva assunto un atteggiamento strano, chiedendo soldi ad alcuni amici e alla sorella che però non aveva potuto aiutarlo. «Mi aveva chiesto 6.500 euro – ha raccontato la donna -. Una cifra che non potevo dargli». La sua convinzione era di star investendo il denaro nell'acquisto di monete digitali da rivendere quando il loro valore sarebbe aumentato. Era convinto di aver messo da parte molto denaro, come testimoniano i messaggi trovati dalla sorella. 

L'uomo aveva continuato a ricevere delle finte lettere nelle quali si comunicava il blocco delle cifre investite e l'impossibilità di prelevare il denaro fino a quel momento guadagnato. Così, il 56enne veniva convinto a investire altro denaro per sbloccarlo. 

Argentini voleva usare il denaro che credeva di aver guadagnato online per migliorare la sua vita e quella dei suoi familiari. «Mi aveva detto che aveva investito i suoi risparmi per aiutarmi con le mie spese, per farmi stare più serena», ricorda la sorella che per mesi aveva creduto che il fratello stesse facendo un investimento sicuro in banca. Quando il 56enne ha iniziato a sospettare di essere vittima di una truffa, il sedicente broker con il quale parlava gli ha detto di essere stato trasferito e l'informatico inizia a chattare con un nuovo presunto consulente finanziario che gli promette di recuperare il suo denaro. 

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«Il giorno in cui si è reso conto di quello che stava succedendo – ha raccontato la sorella del 56enne -, io gli ho detto di fermarsi. Gli ho chiesto di non fare altro e di aiutarmi ad aiutarlo. Il giorno dopo ho provato a contattarlo e non rispondeva. Quando siamo andati a casa sua, lo abbiamo trovato morto nel letto»

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