Alta tensione in Venezuela in vista dell'insediamento domani di Nicolas Maduro per il suo terzo mandato consecutivo, in una cerimonia blindata e dagli esiti incerti. Secondo indiscrezioni giornalistiche, l'opposizione guidata da Maria Corina Machado è al lavoro su un piano B: una presidenza parallela all'estero, guidata dal candidato Edmundo González Urrutia, già riconosciuto come presidente eletto da numerosi Paesi della comunità internazionale.
Nel Paese la temperatura è salita alle stelle con mobilitazioni di piazza sia del chavismo al potere, sia dell'opposizione. Quest'ultima ha inondato le strade in forma pacifica, al grido di 'Gloria al bravo pueblo', ma nella regione di Maracay e nel Carabobo alcuni manifestanti sono stati colpiti da gas lacrimogeni lanciati dalle forze dell'ordine. Mentre prosegue l'ondata di arresti di attivisti anti-regime e la sparizione forzata di vari giornalisti. Una situazione che ha destato la "profonda preoccupazione" dell'alto commissario delle Nazioni Unite per i Diritti umani, Volker Turk.
In una nazione che rischia di precipitare definitivamente nel caos, la presidenza è contesa da due pretendenti. Da una parte c'è il capo dello Stato uscente, Nicolas Maduro, proclamato vincitore senza tuttavia aver presentato i verbali elettorali.
In carica da undici anni consecutivi e deciso a non mollare la poltrona per almeno altri sei, il delfino di Hugo Chavez si è detto pronto a difendere la posizione "a costo della vita".
Dall'altro lato c'è González Urrutia, considerato dall'Occidente il vero vincitore delle presidenziali del 28 luglio 2024, caratterizzate da un'allarmante mancanza di trasparenza da parte delle autorità locali, che hanno alimentato il sospetto di brogli.
L'ex ambasciatore, che ha ottenuto asilo dalla Spagna ed è sostenuto dalla leader dell'opposizione Machado, prosegue il suo tour in America Latina (è stato ricevuto anche nella Repubblica Dominicana dal presidente Luis Abinader), dove continua a raccogliere il riconoscimento di vari governi della regione dopo il significativo placet degli Stati Uniti e, da ultimo, anche del Canada. Ancora non si conoscono le sue prossime mosse, ma non si esclude che possa cercare di giurare presso un'ambasciata venezuelana all'estero per istituire una sorta di "governo provvisorio".
Il sostegno internazionale a Urrutia non sembra comunque preoccupare i fedelissimi di Maduro: con un gesto eclatante, il ministro della Difesa, Vladimir Padrino, ha fatto distribuire volantini con la scritta "ricercato" e le immagini di alcuni ex leader latinoamericani, definiti "criminali" e "invasori" per aver appoggiato l'opposizione democratica venezuelana.
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