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Nel giorno del ricordo di due diverse sciagure di montagna che hanno coinvolto 10 persone, tra appassionati e soccorritori (parliamo della valanga del Velino che ha ucciso quattro avezzanesi e dell’elicottero del 118 precipitato a Campo Felice, con sei vittime), la bella giornata di sole, ieri, a tratti primaverile, è stata contrassegnata da un altro incidente: la morte di un ventenne mentre tentava di arrampicarsi a due passi da Roio. Una caduta di diversi metri, con impatto su una roccia, non gli ha lasciato scampo. La vittima si chiamava Antonio Fabiano Manfredi Tallarico, originario del Veronese, studente universitario fuori sede e sportivo amante della montagna.
Secondo una prima ricostruzione, l’incidente si è verificato ieri intorno alle 15:35 in località Fossa di Valleona, nota agli appassionati come Fosso Spedino. Si tratta di una zona rocciosa di Roio, caratterizzata da un sentiero che conduce a una dolina. L’area, carsica e con rocce a strapiombo, è considerata pericolosa dagli esperti di arrampicata per la friabilità della roccia, che, nonostante l’apparenza invitante, presenta notevoli rischi. I residenti della popolosa frazione non ricordano, a memoria, episodi di arrampicate in quella zona. Con l’amico che, secondo la ricostruzione, era impegnato in una corsa, lo studente universitario si sarebbe calato nel fosso con corda doppia, forse per scattare delle foto. Dopo aver appoggiato lo zaino sulla sommità del fosso (da qui l’ipotesi che la decisione di scendere sia stata improvvisata), Tallarico ha iniziato le manovre di discesa. Qualcosa, però, non è andato per il verso giusto, e il ragazzo è precipitato a valle per una trentina di metri.
I SOCCORSI
È stato l’amico (al momento non è noto se anch’egli fosse uno studente fuori sede o residente all’Aquila) ad allertare i soccorsi. Sul posto, nel giro di pochi minuti, è arrivato l’elicottero del 118 con personale sanitario e del Soccorso Alpino a bordo, che non ha potuto fare altro che constatare il decesso del ragazzo, precipitato da un’altezza significativa e finito rovinosamente contro una roccia. A quanto pare, lo studente universitario non indossava alcuna imbracatura.
Sull’incidente è stato informato il pubblico ministero di turno, il sostituto procuratore Ugo Timpano, il quale, arrivato sul posto e considerando la zona impervia e non raggiungibile da mezzi, ha disposto il trasferimento della salma all’obitorio dell’ospedale. Nel frattempo, i carabinieri del comando provinciale hanno raccolto le prime informazioni e la testimonianza dell’amico della vittima. Al termine della redazione di un primo rapporto, il sostituto procuratore Timpano ha deciso per la restituzione della salma ai familiari, non ravvisando la necessità di ulteriori accertamenti medico-legali.
La dinamica appare chiara e non lascia spazio ad altre interpretazioni o responsabilità di terzi. L’area in cui si è verificato l’incidente è inclusa negli usi civici ed è lontana dal passaggio di auto o pedoni, motivo per cui non necessita di alcuna segnaletica sui possibili pericoli.