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Il portafoglio digitale IT Wallet è già da qualche ora attivo per tutti i cittadini maggiorenni. Si tratta di uno strumento che consente, attraverso l’app IO nata in epoca Covid, di caricare patente, tessera sanitaria e Carta di disabilità. Un notevole vantaggio a prima vista, se si considera che non diventa più un problema il possesso fisico di queste carte e l’eventuale smarrimento in seguito a disattenzione o furto. Come tutto però, andrebbero considerati anche i lati negativi. La digitalizzazione dei dati personali e l’introduzione dell’IT Wallet comportano diversi svantaggi e rischi per la privacy.
Benché tutte le rassicurazioni del caso siano state fatte, la concentrazione di numerosi dati sensibili in un’unica applicazione come l’IT Wallet aumenta significativamente il rischio di violazioni della privacy. Con l’archiviazione centralizzata di documenti come patente, tessera sanitaria e carta d’identità, un eventuale data breach potrebbe esporre una grande quantità di informazioni personali.
I portafogli digitali diventano bersagli appetibili per hacker e cybercriminali. Un attacco riuscito aumenta vertiginosamente le possibilità di operare furti d’identità su larga scala, con gravi conseguenze per gli utenti colpiti.
La digitalizzazione dei documenti personali facilita il tracciamento delle attività degli utenti e la creazione di profili dettagliati. Ciò solleva preoccupazioni sulla possibile sorveglianza di massa e sull’utilizzo improprio di tali dati da parte di aziende o governi.
L’adozione diffusa di strumenti come l’IT Wallet rischia inoltre di creare una forte dipendenza dalla tecnologia per l’accesso a servizi essenziali. Un dato di per sé aggravato da quello che solo la settimana scorsa abbiamo visto accadere coi pagamenti elettronici che hanno bloccato l’Italia a causa di un guasto.
Eventuali problemi tecnici o interruzioni del servizio (non così improbabili) potrebbero impedire l’accesso ai propri documenti e dati personali in momenti critici. La protezione di un sistema così complesso richiede continui aggiornamenti e verifiche di sicurezza. Eventuali falle potrebbero avere conseguenze su milioni di utenti contemporaneamente.
Inoltre c’è la componente del dolo: “Siamo certi che quello che è accaduto la settimana scorsa sia un guasto. Ciò non impedisce di considerare questo: se invece in futuro si arrivasse a volere quei malfunzionamenti, impedendoti di accedere alla tua carta d’identità?“
Ascoltate il commento con Alberto Contri e Fabio Duranti | Un Giorno Speciale, 4 dicembre 2024