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I conflitti ormai sono 2.0. Si preparano e combattono anche online. E le armi sono svariate: attacchi hacker, fake news, furto di dati. Che poi è sinonimo di potere.
Nel 2024, gli attacchi hacker a infrastrutture critiche, operatori di servizi essenziali e server della pubblica amministrazione sono aumentati del 38%. Con dei picchi legati ai momenti centrali della guerra russo-ucraina e in Medio Oriente. Oltre undicimila quelli rilevati nell’anno che si è appena concluso, più di 59mila gli alert diramati.
Attacchi studiati nei minimi dettagli per creare caos, disorientamento. Complesso individuare i responsabili, che generalmente operano in paesi in cui la cooperazione internazionale giudiziaria e di polizia non è delle migliori.
Aumentano i controlli. E i dispositivi di protezione diventano via via sempre più articolati e sofisticati.
Si monitora il web in maniera costante: parte centrale, spiegano dalla polizia postale, «nella lotta alla diffusione di contenuti terroristi online». Circa trecentomila i contenuti finiti sotto il faro degli inquirenti, più del 63% dello scorso anno.
C’è poi un altro aspetto sottolineato dagli cyber007, l’approdo della criminalità al web. Aumentano le frodi informatiche e il furto di dati sensibili bancari. Oltre 82mila le segnalazioni arrivate alla polizia postale per truffe sul web, e 23mila le richieste di assistenza.
Continua, poi, l’impegno della polizia posta nella lotta alla pedopornografia. Nel 2024 i monitoraggi si sono intensificati e, su 42mila siti sorvegliati, circa tremila sono finiti nella black list. E se diminuiscono i tentativi di adescamento di ragazzi tra i 10 e i 13 anni, aumentano del 22% quelli nei confronti degli adolescenti, dai 14 ai 16 anni.