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L'11 dicembre 2006, Erba fu teatro di un massacro che sconvolse l'Italia. Rosa Bazzi e Olindo Romano furono condannati per l'omicidio di quattro persone: Raffaella Castagna, il figlioletto Youssef di appena due anni, la madre Paola Galli e la vicina Valeria Cherubini. Un crimine efferato, inizialmente avvolto da ipotesi e sospetti che coinvolsero anche Azouz Marzouk, marito di Raffaella e padre del piccolo Youssef, poi totalmente scagionato.
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Dopo il dolore inimmaginabile e un periodo di vita segnato da difficoltà personali, problemi con la giustizia e l'espulsione dall'Italia, oggi Azouz Marzouk cerca un nuovo inizio. A Lecco ha trovato stabilità, una casa e un'opportunità di lavoro. È stato selezionato per frequentare la Driver Academy di Linee Lecco, il servizio pubblico di trasporto urbano, con l'obiettivo di diventare autista di autobus.
Un percorso formativo di 320 ore, tre esami da superare per ottenere la patente D e la Carta di qualificazione del conducente (Cqc), il passaggio da un contratto part-time a uno full-time.
Più di tutto, per Marzouk questa è un’occasione di rinascita. "Qui sono semplicemente Azouz, non 'quello della strage di Erba'. Mi hanno dato fiducia e spero di non deluderli", racconta con gratitudine. "È la prima volta dopo tanto tempo che qualcuno crede in me per quello che sono oggi, e non per il mio passato". Accanto a lui, la moglie Michela, sposata in Tunisia nel 2009, e le loro tre figlie, che sono il cuore della sua nuova vita. "Voglio essere un padre di cui possano essere fiere. Loro sono la mia forza, il motivo per cui voglio ricostruire il mio futuro".
Marzouk parla anche della sua esperienza con l'azienda di trasporti: "A Linee Lecco sono stati gli unici a guardarmi senza pregiudizi. Qui nessuno mi giudica, nessuno mi chiede del passato. Mi vedono come una persona che vuole lavorare e ricominciare". Dopo anni segnati da polemiche e dalla sua personale ricerca di verità sulla strage, oggi Marzouk guarda avanti, deciso a costruire un futuro in cui il suo nome non sia più legato a un tragico passato, ma a una nuova possibilità.
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Le condanne a Olindo Romano e Rosa Bazzi
Il processo sulla strage di Erba si concluse con la condanna definitiva di Olindo Romano e Rosa Bazzi all'ergastolo. Durante le indagini, la coppia confessò gli omicidi, salvo poi ritrattare le dichiarazioni, sostenendo di essere stata costretta a confessare sotto pressione. I giudici, tuttavia, considerarono le prove schiaccianti e le testimonianze a loro carico inconfutabili. La Cassazione confermò la loro colpevolezza, chiudendo il caso giudiziario, nonostante negli anni siano state avanzate numerose richieste di revisione del processo. Il dibattito sulla loro eventuale innocenza resta ancora acceso, ma per la giustizia italiana non ci sono dubbi: Olindo e Rosa sono i responsabili della strage di Erba.
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