Sono passati tre giorni da quando il sindaco Antonio Decaro ha annunciato che il Viminale ha firmato "un atto di guerra" contro la città. Ma non accenna a placarsi la bufera politica scatenata dalla decisione del ministro dell'Interno di inviare a Bari, dopo i recenti arresti per voto di scambio politico-mafioso, una commissione che verifichi la presenza di infiltrazioni criminali. E che potrebbe sciogliere il Consiglio comunale in una città che a giugno voterà per il rinnovo dell'amministrazione. Intanto domani il capoluogo pugliese si stringerà intorno al sindaco: in piazza scenderanno cittadini, associazioni, studenti e sindacati che hanno promosso la manifestazione 'Giù le mani da Bari'. Decaro, che è anche presidente dell'Anci, continua a incassare accuse dal centrodestra e attestati di solidarietà dal centrosinistra. Intorno a lui hanno fatto quadrato il suo parito, il Pd, ma anche il M5s e Alleanza Verdi Sinistra. L'opinione comune è che l'invio della commissione a tre mesi dal voto sia "una manovra politica" del centrodestra che "non ha ancora scelto il suo candidato e che in città non vince da 20 anni".
A questi sospetti replica il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, che ha incontrato i giornalisti a Bari con il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto. "La scelta del candidato sindaco del centrodestra - assicura il senatore - verrà fatta a prescindere dagli esiti dell'inchiesta della commissione, per i quali ci vorranno mesi". Poi, parlando delle lacrime di Decaro durante la conferenza stampa di lunedì, ironizza: "Non si capiva se fosse un film o una commedia all'italiana, con la fascia tricolore da mettere e togliere, con offese" e con "gli impiegati che battevano le mani. Siamo stati paragonati a Gomorra, è una cosa più ridicola che minacciosa".
Quanto alla presunta influenza degli esponenti del centrodestra sull'invio dei commissari, è Sisto a sottolineare che i "parlamentari del territorio" hanno" solo "chiesto chiarezza al ministro dell'Interno" ma "non lo scioglimento del Comune". "Oggi i responsabili di Forza Italia, accusandomi di fare 'commedia', risponde Decaro, "sostengono di non aver mai chiesto lo scioglimento del Comune, eppure il 27 febbraio Gasparri dichiarava testualmente: 'I nostri coordinatori regionali si sono recati al ministero dell'Interno per ipotizzare lo scioglimento del Comune'. "Non conosciamo le ragioni di questa clamorosa marcia indietro - sottolinea - ma non possiamo che rallegrarcene. Adesso basta polemiche. Chiedano scusa alla città per questo disastro".
Intanto è arrivata la nomina della commissione d'accesso da parte del Viminale: si tratta di Claudio Sammartino, prefetto in quiescenza; Antonio Giannelli, viceprefetto; Pio Giuseppe Stola, maggiore dello Scico della Guardia di finanza. La decisione di inviare la commissione segue i 130 arresti del 26 febbraio con l'operazione Codice interno che ha disvelato un sistema di voto di scambio politico-mafioso alle elezioni comunali del 2019. Ai domiciliari e in carcere sono finiti, rispettivamente, la consigliera Carmen Lorusso, eletta con il centrodestra e poi passata nella maggioranza che sostiene Decaro; e suo marito Giacomo Olivieri, ex consigliere regionale. Secondo l'accusa si sarebbero procurati voti con l'aiuto degli esponenti dei clan. 'Giù le mani da Bari' è in programma domani alle 10.30 in piazza del Ferrarese. "Abbiamo accolto la sollecitazione di migliaia di baresi che ci hanno chiesto di organizzare una manifestazione di solidarietà a Decaro e in difesa del buon nome della città", spiega il segretario del Pd Puglia, Domenico De Santis. Parteciperà anche la vicepresidente del Parlamento europeo, Pina Picierno: "Bisogna difendere l'operato dell'amministrazione e opporsi ai tentativi scomposti della destra di criminalizzare un'intera comunità". Ci sarà anche una delegazione del M5s, assicurano Turco e Donno: "Ora è il momento di respingere fortemente la strumentalizzazione politica del centrodestra". Mentre Nicola Fratoianni, dell'Alleanza Verdi Sinistra, lancia una stoccata alla premier dopo la notizia dell'indagine sulla ministra del Turismo Santanché: "Consiglierei a Meloni di dedicare maggiore attenzione ai ministri accusati di aver truffato lo Stato" piuttosto "che infangare sindaci come Decaro".
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