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Basilicata, Lacerenza rinuncia alla candidatura. Era sostenuto da Pd, M5S, Avs e + Europa. “5 Stelle pronti a correre da soli”

9 mesi fa 16
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Domenico Lacerenza rinuncia alla candidatura a governatore della Regione Basilicata. Lacerenza era sostenuto da Pd, M5S, Avs e + Europa.

Per poco la scelta dell’oculista come candidato era riuscita ieri a riportare la calma tra le forze di centrosinistra dopo un susseguirsi di riunioni per cercare di uscire da un caos che rischiava di compromettere la sua corsa. Ma l’accordo siglato con una triangolazione tra la segretaria dem Elly Schlein, il presidente del M5s Giuseppe Conte e Angelo Chiorazzo (il “civico”, imprenditore delle coop bianche su cui aveva puntato il Partito democratico della Basilicata), che era stato contestato sia a Roma – dal leader di Azione Carlo Calenda – che in Basilicata, da un pezzo dei dem lucani e Marcello Pittella, ex Ds, ex Pd, ora confluito in Azione e “uomo forte” nella regione probabilmente non ha retto.

Le spiegazioni
«Dopo un'attenta riflessione voglio comunicare la mia rinuncia alla candidatura a Presidente della Regione Basilicata», ha comunicato Domenico Lacerenza in una mail inviata a un quotidiano locale lucano. «È una decisione presa con assoluta serenità e anche nell'interesse delle forze politiche che hanno voluto propormi. Avevo dato la mia disponibilità, ma non posso non registrare le reazioni che ci sono state in seguito. In ogni caso voglio che lo spirito che ha portato alla proposta che ho ricevuto, cioè la ricerca dell'unità dei moderati e progressisti e l'offerta di una coalizione capace di battere il centro destra in Basilicata, sia preservato, e per questo faccio un passo indietro. Lo devo anche alla mia storia professionale e per rispetto alla comunità dei lucani. Ringrazio quanti hanno espresso fiducia nei miei confronti, e in particolare Elly Schlein, Giuseppe Conte e Angelo Chiorazzo».

La reazione del M5S
Fonti del movimento hanno fatto trapelare all'AGI che dopo il ritiro della candidatura da parte di Domenico Lacerenza, i 5 stelle sono pronti a correre da soli in Basilicata, anche alla luce della candidatura in solitaria del Pd in Piemonte. Lo scenario che si starebbe profilando per le regionali lucane vedrebbe il partito di Giuseppe Conte andare con un proprio candidato autonomo alle urne, mentre il Pd prova a tenere insieme la coalizione di centrosinistra senza i pentastellati.

La spaccatura nel Pd
Ieri mattina, addirittura, è partita una raccolta di firme online organizzata da Giovanni Petruzzi, coordinatore della mozione Cuperlo all’ultimo congresso Pd, per chiedere di ritirare la candidatura di Lacerenza, minacciando anche di dare vita ad un «polo dell’orgoglio lucano» in caso di risposta negativa. Praticamente il rischio di una spaccatura del Pd locale che gli “ambasciatori” di Schlein – Igor Taruffi e Davide Baruffi, entrambi bolognesi e membri della segreteria nazionale Pd – hanno provato a sventare usando le maniere forti.

I due erano già stati contestati duramente due settimane fa, quando erano stati inviati a Potenza per chiedere di andare oltre Chiorazzo, sostenuto dal Pd locale ma contestato dai 5 stelle. Allora la riunione era finita tra urla e insulti («Tornatevene a Bologna») con Baruffi che a un certo punto aveva alzato bandiera bianca: «Non ci sono le condizioni per continuare». La direzione però era proseguita senza i due “bolognesi” inviati da Schlein e aveva confermato il sostegno a Chiorazzo.

Notizia in aggiornamento

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