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Bimba ingoia una pila a bottone, salvata in ospedale: «Era già nell'esofago». Tragedia sfiorata

3 ore fa 1
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Una bimba di un anno è stata salvata dopo aver ingerito una pila a bottone grazie alla collaborazione dei medici i dell'Aou Meyer Irccs di Firenze e dell'Ospedale del cuore di Massa. Non è il primo caso che si registra in Toscana, dove nell'arco di soli due mesi almeno altri due bambini hanno ingerito delle pile, e uno di questi era deceduto. 

La vicenda

Lo scorso giovedì, 9 gennaio, i genitori avevano accompagnato la bambina al pronto soccorso del Meyer, dopo aver notato che la piccola manifestava problemi nella deglutizione.

La sera precedente - i genitori avevano segnalato ai medici - che la figlia aveva passato la serata a giocare con una pila. Gli operatori del pediatrico fiorentino hanno quindi immediatamente effettuato una radiografia che ha evidenziato la presenza dell'oggetto - due centimetri di diametro - nello sfintere esofageo superiore.

Il medico chirurgo che ha eseguito l'intervento, Roberto Lo Piccolo, ha sottolineato che «la presenza di una pila nella cavità dell'esofago provoca tre tipologie di danni: elettrico, meccanico e chimico. In primo luogo, in una cavità così ristretta quale è quella dell'esofago, l'anodo e il catodo presenti nella pila si attivano e in tempi rapidissimi sono capaci di lesionare gravemente le mucose delle pareti, provocando ulcerazioni anche molto estese. A questo si aggiunge la possibile perdita di acido con conseguenze ancora più gravi». La bimba è perciò stata operata con la massima urgenza e trasferita all'Ospedale del cuore di Massa Fondazione Monasterio nonostante l'ecocardiografia escludesse danni vascolari e cardiaci. 

Il delicato intervento

L'equipe medica ha eseguito la preparazione per l'anestesia generale e il monitoraggio della piccola. Il direttore dell'Unità di Anestesia e Rianimazione di Monasterio, il dottor Paolo Del Sarto, ha aggiunto che lla piccola paziente è stata accolta in Sala Ibrida perché «quella sala consente di eseguire, in caso di bisogno, non solo un intervento cardiochirurgico salvavita, ma anche eventuali indagini radiologiche e angiografiche per documentare eventuali lesioni vascolari». 

L'intervento, eseguito in endoscopia dal dottor Lo Piccolo, non è stato facile: la pila si era già incuneata nei tessuti dell'esofago e aveva creato una lesione. È stato necessario inserire degli strumenti di 5 millimetri di diametro nella cavità orale della paziente e utilizzare pinze minuscole per rimuovere il corpo estraneo. Per fortuna non è stato registrato nessun danno aortico, ma la bambina è stata comunque trasferita per alcuni giorni in terapia intensiva. Le sue condizioni sono progressivamente migliorate e ha potuto essere trasferita nel reparto di degenza pediatrica dell'Ospedale del Cuore. Il dottor Lo Piccolo lancia un appello ai genitori: «State attenti alle pile. Sono oggetti pericolosissimi».

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