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Arrivano le indicazioni dell'Agenzia sulle novità in materia di redditi di lavoro dipendente introdotte dalla legge di Bilancio 2024 e dal decreto Anticipi. Con la circolare n. 5/E di oggi, le Entrate illustrano le nuove misure per il welfare aziendale, il trattamento integrativo speciale per i lavoratori del settore turistico, ricettivo e termale e gli effetti fiscali relativi alle norme sul riscatto dei periodi non coperti da retribuzione. Tra le novità, entrano tra i "bonus" esentasse non solo le somme erogate o rimborsate dai datori di lavoro ai dipendenti per il pagamento delle utenze domestiche, ma anche quelle per l'affitto e per gli interessi sul mutuo della prima casa. Il limite entro il quale è possibile riconoscere beni e servizi esenti da imposte, ordinariamente fissato a 258,23 euro, è stabilito a mille euro, con ulteriore innalzamento a 2mila euro per i dipendenti con figli a carico.
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Cerchiamo di fare chiarezza su un aspetto che riguarda milioni di famiglie. Il tema riguarda il mutuo prima casa: in arrivo ci sono importanti novità e agevolazioni che permettono di avere un bonus che arriva fino a 760 euro l’anno. Il bonus per chi paga il mutuo – spiega il sito Money – è legato alle detrazioni fiscali.
Cosa prevede la normativa
In questo caso bisogna guardare alle detrazioni fiscali. Si può “giocare” e, quindi, si possono scaricare gli interessi del mutuo ipotecario sottoscritto per l’acquisto della casa di abitazione. Vediamo cosa significa, i limiti previsti e chi può beneficiarne. Più che di un bonus vero e proprio, si tratta di un'agevolazione fiscale che consiste nella possibile detrazione, nella dichiarazione dei redditi, degli interessi passivi che hai pagato alla banca, delle spese e oneri accessori. In parole semplici, lo Stato ti restituisce una parte di questi interessi, fino a un massimo di 4.000 euro all'anno. Più precisamente, la detrazione fiscale viene calcolata nella misura del 19% su un massimo di 4000 euro, ovvero 760 euro. La decurtazione tocca nell’anno in cui le spese sono state realmente sostenute, al di là della data di scadenza.
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A chi spetta la detrazione
Non tutti, però, possono ottenere questa agevolazione o, comunque, la detrazione sugli interessi passivi dei mutui. Bisogna essere proprietari dell’immobili, titolari del contratto di mutuo e residente nell’abitazione. Il contratto di mutuo deve essere garantito da ipoteca immobiliare, stipulato non oltre i 12 mesi prima dell’acquisto dell’immobile o non oltre i 12 mesi dopo. E se si cambia la residenza dopo aver iniziato a fruire della detrazione, quest’ultima viene meno. A parte in due casi: la residenza è stata spostata per motivi di lavoro o per ricovero o nell’abitazione è residente un familiare (un figlio o il coniuge) che apparteneva al nucleo originario.
Attenzione ad un altro aspetto. La detrazione degli interessi passivi è proporzionale al costo sostenuto per l’acquisto dell’immobile. Se il mutuo ha un importo superiore a quello sostenuto per l’acquisto dell’abitazione, il beneficio si limita all’ammontare della somma spesa per l’acquisto (che è consultabile sull’atto di acquisto o rogito). Infine una postilla per le coppie separate: il genitore separato e non più residente nell’immobile che il nucleo familiare aveva adibito ad abitazione principale, anche in mancanza della residenza nell’immobile, può continuare a fruire della detrazione per gli interessi passivi del mutuo in quanto nell’abitazione ha mantenuto la residenza qualche familiare.