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Bruno Vespa finisce nuovamente nel mirino dell'opposizione, questa volta in seguito alle parole pronunciate ieri sera a Cinque Minuti su Rai1 in difesa dell'operato del governo Meloni sul caso del carceriere libico Nijeem Osama Almasri. «In ogni Stato si fanno delle cose sporchissime, anche trattando con i torturatori, per la sicurezza nazionale. Questo avviene in tutti gli Stati del mondo», ha detto il conduttore dopo un dibattito, piuttosto acceso, al quale erano presenti Francesco Sisto, viceministro alla Giustizia di Forza Italia, e Angelo Bonelli, leader di Avs. «A me risulta che i due tecnici italiani Bruno Cacace e Danilo Colonego rapiti (forse dall’Isis) in Libia ai confini con l’Algeria il 19 settembre 2016 (governo Renzi) furono liberati il 5 novembre con l’aiuto della milizia Rada di cui Almasri e’ il numero 2», scrive poi il conduttore in una nota rispondendo alle osservazioni del senatore di Italia Viva Enrico Borghi. «Di Rada si sono serviti tutti i governi successivi per risolvere casi spinosi. Naturalmente si tratta di operazioni riservatissime e si può dire tutto e il contrario di tutto, ma a me questo risulta. Se poi i due tecnici sono stati liberati dalla Befana, mi scuso con il presidente Renzi», conclude Vespa.
La risposta di Renzi
«Ieri Bruno Vespa ha fatto una brutta fine, per un professionista della sua esperienza.
Per di più sul servizio pubblico della Rai che non ha la Vigilanza attiva perché la maggioranza non si presenta». Lo ha detto il leader Iv Matteo Renzi a Metropolis, il web talk del gruppo Gedi. «Borghi - ha aggiunto - il nostro capogruppo al Copasir, gli ha fatto notare che l'accordo Minniti parte con il presidente Gentiloni, io avevo una posizione diversa. A quel punto gli facciamo notare che ha fatto un errore e Vespa dice una cosa, una informazione che é un segreto di Stato: sarebbe curioso sapere chi gli passa informazioni usandolo come portavoce del governo», aggiunge Renzi. «Io so - conclude - che quella informazione che lui ha dato io non l'avevo. Quindi qualcuno gliel'ha passata».
La replica del conduttore
«Le mie informazioni sono di pura fonte giornalistica. Se Renzi e Borghi dicono che sono coperte da segreto di Stato ne prendo atto, ma forse non sono fandonie. D'altra parte tutti sanno che per liberare ostaggi bisogna trattare con gente sporca». Così Bruno Vespa replica alle affermazioni del leader di Italia Viva Matteo Renzi e del senatore di Iv Enrico Borghi.
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Le polemiche
«Vespa ha superato se stesso. Altro che terza Camera, è diventato il portavoce ufficiale di Palazzo Chigi», commenta Sandro Ruotolo del Pd. «Con uno zelo che neanche i ministri in carica riescono più a mostrare senza imbarazzo - aggiungono gli esponenti M5s in Commissione di Vigilanza - Vespa ha guardato dritto in camera, puntato gli indici come un tribuno e sentenziato che i Paesi trattano anche con i torturatori. Questa non è informazione. È giustificazione. È propaganda». «Un consiglio a Bruno Vespa - concludono -: se proprio ci tiene così tanto a sostenere il governo, faccia il passo definitivo. Si candidi con Fratelli d'Italia. Almeno avremo finalmente chiarezza».
«L'arringa di Vespa non può essere il tratto che identifica l'approfondimento giornalistico di Rai1. Cosi non è informazione ma propaganda che sa di regime», rincara la dose l'Usigrai. «All'Usigrai posso solo perdonare l'ignoranza. Mi meraviglia il M5s che ha un presidente premier in due governi - replica Vespa -. Dovrebbero sapere benissimo che operazioni moralmente discutibili vengono fatte in ogni Stato da governi di ogni colore per ragioni di sicurezza nazionale. Con tutto il rispetto, invece che denunciarmi alla Vigilanza Rai chiedano chiarimenti al Copasir». E ancora, rivolto a Ruotolo: «Chieda chiarimenti sulle 'cose sporchissime' che fanno governi d'ogni colore e latitudine a Marco Minniti e Nicola Latorre che per conto del Pd si sono occupati al più alto livello della sicurezza nazionale. Sul generale Almasri i governi Renzi e Gentiloni sanno certamente qualcosa». Il riferimento - spiega poi il conduttore - è alla liberazione dei due tecnici italiani Bruno Cacace e Danilo Colonego rapiti in Libia nel 2016, quando era in carica il governo Renzi, e liberati l'aiuto della milizia Rada di cui Almasri è il numero due. Informazioni inesatte secondo il senatore di Italia Viva Enrico Borghi, che chiede le scuse del conduttore.
La difesa di Fdi
In difesa di Vespa si schierano i parlamentari di Fdi in Vigilanza. «Lascia interdetti l'ennesima polemica pretestuosa imbastita dalle sinistre e dal M5S - affermano -. No ad ingerenze della politica sui giornalisti, ma soprattutto a qualsiasi bavaglio. Questa Rai è e resterà pluralista, la sinistra se ne faccia una ragione». E Unirai punta il dito contro la «quotidiana insofferenza verso qualsiasi forma di pluralismo delle opinioni»: «Vespa ha espresso liberamente il suo pensiero, in sintonia con buona parte del pubblico della Rai».