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In piazza della Croce Rossa crescono il sentore e il timore che dietro gli ultimi stop alla circolazione dei treni ci sia «la finalità di destabilizzare, anche a livello istituzionale e governativo, il Gruppo Fs ed il relativo management». Troppi eventi anomali - più precisamente «gravemente critici» - e «temporalmente ravvicinati», che mandano in tilt le linee sempre nelle ore di punta, mattina e tardo pomeriggio, più battute dai pendolari.
Anche per questo i vertici di Ferrovie dello Stato - con l'avallo del ministero delle Infrastrutture - hanno presentato un esposto alla Procura di Roma per vederci chiaro e spazzare via tutti i sospetti. E forse anche le polemiche che stanno investendo l'azienda e il ministro Matteo Salvini per i disservizi che da inizio anno - ha calcolato il Codacons - hanno raggiunto già quota «105 casi» con «forti rallentamenti o sospensioni della circolazione».
I LIMITI DELLA RETE
Nella denuncia - incentrata su cinque eventi registrati tra l’11 gennaio e la giornata di ieri - non si guarda soltanto agli inconvenienti naturali, che si possono creare su una rete satura all’85 per cento e che per l’autorità dei trasporti deve vedere scendere la frequenza al 70 per cento. Oppure ai 1.200 cantieri aperti contemporaneamente per rispettare l’impellente tabella di marcia degli investimenti finanziati dal Pnrr. Benché «all'apparenza» il pantografo che sabato scorso a Milano ha divelto la linea elettrica o la centralina saltata 48 ore fa a Roma Termini «facciano pensare a disfunzioni di natura tecnica», Ferrovie «ritiene non si possa escludere in radice l'ipotesi che si tratti di una situazione connessa ad attività interne e/o esterne volutamente mirate a colpire gli asset aziendali con la finalità di destabilizzare» il vettore.
Per la cronaca, gli inquirenti che hanno di più il polso su quello che avviene nelle stazioni - in primis la Polfer - non avrebbero riscontrato atti di matrice socio-politica. Anche perché non sarebbero arrivate rivendicazioni in questa direzione. Mentre la frase inserita nell’esposto - «Una situazione connessa ad attività interne e/o esterne» - fa ipotizzare agli esperti del settore che si guardi al sistema delle manutenzioni. Tra l’altro i tentativi «di destabilizzare» arrivano in una fase nella quale l’amministratore Stefano Antonio Donnarumma sta ridisegnando la struttura, si appresta a nominare i vertici delle sue controllate (Rfi e Trenitalia in primis) e sta studiando nuove procedure di controllo sui lavori affidati all’esterno.
Per il Mit l'esposto è «un fatto preoccupante». Mentre Salvini, di fronte all’ipotesi di «sabotaggi», ha detto di «auspicare risposte inequivocabili e rapide, perché sarebbe gravissimo fare battaglia politica sulla pelle dei lavoratori e dei pendolari». La segretaria pd Elly Schlein manda a dire: «Mi aspetto anche che ci accusino di essere stati noi a mettere i chiodi sulle Ferrovie». Riferendosi a quanto avvenuto in una centralina nel nodo di Roma, andata in tilt nella notte tra il Primo e il 2 ottobre sia per un errore nei lavori di manutenzione da parte di una ditta fornitrice sia perché il gestore della rete non aveva controllato che le sim inserite nei sistemi di allarme non avevano credito ed erano disattivate.
Fs conferma anche nell’esposto inviato in Procura che sugli ultimi stop «sta svolgendo accertamenti interni al fine di ricostruirne cause e responsabilità». Al vaglio degli inquirenti sottopone cinque casi «anomali» e «temporalmente ravvicinati». Si parte, «in data 11 gennaio 2025, alle ore 07.11», con il Freccia 9515, che «si è fermato tra Milano Centrale e Milano Lambrate a causa della disalimentazione della linea elettrica con rottura del cavo elettrico e pantografo danneggiato». Successivamente, alle ore 07.49, quando l'Italo 8973 in partenza da Milano Centrale comunica di avere il pantografo danneggiato, viene «sospesa la circolazione tra le due stazioni». Due giorni dopo, «lungo la Linea Roma-Napoli AV, alle ore 7:05, è stato registrato un guasto al deviatoio di BV Gricignano». Altre 24 ore e viene «riscontrata la rottura della rotaia tra Valdarno Sud e Arezzo Nord sul binario dispari nei pressi del km 204+550 (Linea Firenze - Roma Direttissima)». Nella stessa giornata, poche ore dopo, ecco che «nei pressi di Terontola, sulla Linea Firenze - Chiusi (Lenta), si sono registrati, tra le ore 14.02 e 14.50, gli scarti degli interruttori con perdita di controllo degli enti».
IL DOPPIO GUASTO
Arriviamo all’altro ieri, nel nodo di Roma, dove «dalle ore 18:10 alle ore 18:57 si è riscontrata una disalimentazione alla linea di contatto di Roma Termini che ha interessato tutte le linee ferroviarie, causata da un guasto presso la cabina CEI di Porta Maggiore». Ma quello che proprio lascia perplessi i vertici di Ferrovie è il caso registrato ieri, sempre nella Capitale. Alle ore 5:10 circa c’è una disalimentazione del deposito Manutenzione Alta Velocità). I tecnici intervengono, ma il guasto, «dapprima risolto dopo circa due ore» finisce per «ripresentatasi dopo qualche minuto».