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Carmela Fiorella, laurea falsa per partecipare al concorso: «Chiedo scusa, io accecata dall'ambizione»

5 ore fa 1
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La Procura avvia le indagini e lei, dopo qualche ora, ammette tutto e si scusa, sostenendo di aver fatto tutto da sola. È stata ufficialmente aperta nella tarda mattinata di ieri un'indagine da parte della Procura della Repubblica di Bari sul caso del concorso per responsabile delle risorse umane di Aeroporti di Puglia, vinto dalla 38enne Carmela Fiorella, moglie del consigliere regionale ed ex capogruppo Pd Filippo Caracciolo, travolta dallo scandalo emerso a seguito della sua assunzione, che dallo scorso 1 aprile l'aveva portata a entrare in servizio con un compenso annuo di ottantamila euro lordi.

Nelle prossime ore gli inquirenti ascolteranno, come persone informate dei fatti e non indagate, la stessa Fiorella, il RUP (responsabile unico del procedimento) e i componenti della commissione d'esame.
Il fascicolo, al momento di natura esplorativa, è privo di un capo di imputazione e non presenta iscritti nel registro degli indagati. L'apertura dell'inchiesta è la naturale evoluzione delle denunce e degli esposti, che è proprio il caso di dirlo sono atterrati in via Dioguardi.

L'esposto

Il primo esposto è stato formalizzato proprio dalla società aeroportuale pugliese, che ha depositato l'atto in tribunale "affinché si faccia luce sulla vicenda della assunzione", come ha fatto sapere ieri la stessa società pubblica presieduta dall'imprenditore Antonio Vasile. Da quanto trapela dalla sede aeroportuale: "Aeroporti di Puglia, senza alcuna esitazione, ha inteso richiedere l'immediato ed approfondito intervento da parte della autorità giudiziaria per fare chiarezza su una vicenda che, ovviamente, vede la società come parte lesa".

Per la società pubblica pugliese, "la vicenda richiede, evidentemente, un approfondimento, per il quale si è già fornita la più ampia disponibilità a collaborare con l'autorità giudiziaria, al punto da averne sollecitato l'intervento. Per questo, l'esposto costituisce la naturale conseguenza dell'impegno e del rigore etico alla base della vita di Adp", che nel formalizzare la segnalazione alla giustizia ritiene di aver compiuto "è un doveroso gesto di rispetto anche nei confronti della collettività pugliese che tanta fiducia ripone in uno dei fiori all'occhiello delle società regionali, assunta ormai a player di riferimento sia a livello nazionale che internazionale che non può veder macchiata in alcun modo la propria immagine societaria e, soprattutto, etica".

Una decisione, quella dei vertici aeroportuali pugliesi, che "è propedeutica alla costituzione di parte civile di Aeroporti di Puglia in sede di un eventuale procedimento giudiziario" e che trova eco in un messaggio social rivolto dal presidente Vasile ai suoi dipendenti, nel quale il numero uno di Adp rassicura il personale dicendo: "Sento il dovere di dirvi, con la massima chiarezza, che Aeroporti di Puglia ha fatto, fa e farà tutto quanto nelle sue possibilità per operare al meglio e con la massima trasparenza".
Ma oltre all'esposto di Aeroporti di Puglia, in Procura è arrivata anche una segnalazione dell'Università degli Studi di Bari "a tutela della propria immagine", avendo lo stesso Ateneo "trasmesso agli organi interessati e competenti che ogni documentazione in merito".
La stessa Università, in un comunicato, ha spiegato che in virtù di un pregresso rilascio delle pergamene accademiche risultano in circolazione regolari diplomi di laurea firmati dal Rettore Uricchio e dal Direttore Generale Gallo, essendo stati rilasciati da loro anche se non in carica all'atto del conseguimento del titolo.

Un caso, comunque, che non riguarda direttamente la vicenda, poiché la stessa Università ha riscontrato la richiesta di verifica del titolo di studio della candidata in questione, comunicando che la stessa è in possesso di una laurea triennale in "Scienze delle Amministrazioni" della facoltà di "Scienze Politiche", conseguita nel 2010, e non di una laurea magistrale in "Economia e Management", come invece dichiarato dalla candidata.

L'indagine, tra le altre cose, dovrà anche chiarire come mai la verifica del requisito accademico non sia stata effettuata da Adp prima della pubblicazione definitiva degli esiti concorsuali o dell'immissione in ruolo della dottoressa Fiorella, e solo successivamente, a seguito della bagarre mediatica. Una verifica che non spettava alla commissione d'esame, bensì agli uffici della società aeroportuale.
L'indagine, quindi, dovrà dissipare tutte le ombre che al momento aleggiano sulla vicenda, al fine di stabilire chi abbia commesso eventuali atti contrari alla legge e chi no. Chi ne abbia beneficiato, eventualmente con l'aiuto di qualcuno, e chi invece sia da considerare parte lesa.
Un altro aspetto su cui l'inchiesta dovrà fare chiarezza riguarda il criterio adottato per la nomina della commissione, e in particolar modo quella del presidente, il professore universitario Giuseppe Pirlo, stimato e apprezzato docente del corso di laurea in "Sistemi di elaborazione delle informazioni" della facoltà di Informatica dell'Ateneo barese.

Fiorella rompe il silenzio: «Chiedo scusa, io accecata dall'ambizione»

La sua nomina, infatti, non è avvenuta a seguito della richiesta di una terna di nomi all'Università, ma ad "intuitu personae", per la cui prestazione l'accademico aveva chiesto e ottenuto dall'amministrazione universitaria il previsto nulla osta.

Sulla nomina del presidente, gli investigatori vogliono vederci chiaro, per comprendere quale attinenza possa esserci tra un'alta specializzazione informatica e la selezione apicale di una figura professionale per la direzione delle risorse umane. In serata Fiorella rompe il silenzio per assumersi "pubblicamente tutte le responsabilità di quanto è accaduto", fa sapere aggiungendo di essere "stata accecata dall'ambizione". Poi fa ammenda scrivendo: "Chiedo scusa a tutti, soprattutto, a mio marito, che era totalmente ignaro e che sta subendo ingiustamente le conseguenze delle mie azioni" e dice di essere "pronta a rispondere del comportamento davanti alle autorità preposte, ma è giusto che paghi chi ha sbagliato e nessun altro".

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