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Carmine Gallo, le ombre sulla morte: sequestrati i farmaci, indagini sugli ultimi pasti. Il ?giallo? dei suoi interrogatori

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Sarà eseguita domani l'autopsia sul corpo di Carmine Gallo, l'ex superpoliziotto morto domenica mattina nella sua casa nel Milanese, mentre era agli arresti domiciliari, accusato di associazione a delinquere finalizzata all'accesso abusivo a sistema informatico dopo l’esplosione dell’inchiesta Equalize, la società di cyber spie che confezionava dossier per facoltosi clienti. Per la procura era lui il dominus della rete di spie che ha confezionato dossier e passato al setaccio la vita di 800mila persone.

Carmine Gallo, morto l’ex poliziotto indagato per dossier illegali. I pm: necessaria l’autopsia

LE INDAGINI
L’esame autoptico è stato disposto dalla procura di Milano per dissipare anche il più flebile sospetto su una fine che non desterebbe dubbi. La moglie ha riferito che lo aspettava per colazione ma non si è mai alzato dal letto. Anche se al momento nulla induce a pensare che la causa del decesso non sia stata un infarto fulminante, il pm di turno Giancarla Serafini ha disposto, in via prudenziale, l'esame per il quale è necessario aprire un fascicolo. Sono previsti anche gli accertamenti tossicologici, per fugare anche il sospetto di un possibile suicidio.

Domenica nell'abitazione di Garbagnate Milanese, dove Gallo viveva, i carabinieri hanno fatto una serie di rilievi. Il pm della Dda Francesco De Tommasi, che con il collega della Dna Antonio Ardituro coordina l'indagine sul gruppo di Equalize, sempre con l'obiettivo di fugare ogni incertezza, ha disposto il sequestro del cellulare che Gallo usava solo per chiamare il suo avvocato, Antonella Augimeri, di quello della moglie, alcuni farmaci e del cibo. I resti della cena di sabato sera, ma anche uno yogurt, che però l’ex poliziotto non avrebbe mangiato: la moglie ha raccontato agli investigatori che si era alzata per preparare la colazione, «ti raggiungo», le avrebbe detto Gallo, ma non si è più alzato dal letto. In famiglia dicono che godesse di buona salute, aveva subito un piccolo intervento per un’ernia, ma si era ripreso. Correva sul tapis roulant due volte al giorno. Alla moglie di Gallo sarebbe stato chiesto se nei giorni scorsi avessero ordinato dei delivery e se avesse notato persone sospette. La posizione dell'ex super poliziotto a questo punto verrà stralciata dall'inchiesta sulla rete di presunte spie e verrà archiviata. Agli atti rimangono i suoi verbali.

LA COLLABORAZIONE
Subito dopo l’arresto, a ottobre, Gallo aveva annunciato di voler collaborare: «Sono sempre stato un uomo delle istituzioni», aveva detto con una frase sibillina, visto l’oggetto e la portata dell’inchiesta. A lui, negli anni passati, lo Stato aveva affidato anche compiti da gestire con una certa spregiudicatezza, come le trattative per liberare le vittime di sequestro nella Locride. Aveva indagato pure sulla strage di Duisburg. Il 12 dicembre scorso si era seduto davanti al pm Francesco De Tommasi, titolare dell’inchiesta Equalize. C’era rimasto per sette ore. Se sia tornato a firmare verbali e se abbia rivelato tutti i segreti si saprà soltanto dopo la desecretazione, di certo avrebbe fatto riferimento anche a contatti con uomini di Aisi e Cia. Una collaborazione parallela a quella del presunto “socio” in affari, l’hacker Samuele Colamucci. Dichiarazioni che avrebbero portato i pm anche a ricostruire l’organigramma della cosiddetta squadra Fiore, un’altra organizzazione di cyber spie che confezionava dossier. Ai domiciliari, raccontano, Gallo aveva deciso di scrivere un memoriale. Nulla a che vedere con l’attività di Equalize, piuttosto gli aneddoti di una lunga carriera in divisa costellata di encomi.

I GUAI GIUDIZIARI
Dopo la pensione, alla fine del 2019 era stato condannato dalla Corte d’appello di Milano per rivelazione di segreto e favoreggiamento. Aveva la “riabilitazione”. Era stato «coinvolto nell’indagine Testuggine della Dda di Venezia e il Ros di Padova aveva accertato il suo coinvolgimento in torbide vicende», scrivevano i carabinieri di Varese che avevano indagato su di lui nell’inchiesta sui dossier illegali, per la quale era ai domiciliari a ottobre.

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