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Caso Sala, gli Usa: “Abedini molto pericoloso”, la procura generale dice no ai domiciliari

4 giorni fa 1
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MILANO. «Mohammad Abedini Najafabadi è estremamente pericoloso e non va scarcerato». Lo hanno ribadito gli Stati Uniti in una nota trasmessa nelle scorse ore al ministero degli Esteri e della Giustizia italiani, poi inviata in mattinata alla Corte d’appello e alla procura generale di Milano, in vista della fissazione dell’udienza in cui si deciderà sulla eventuale concessione degli arresti domiciliari all’uomo dei droni arrestato a Malpensa dalla Digos su mandato di Washington. Nel documento si specificano le ragioni dell’altissimo rischio di fuga dell’ingegnere 38enne, una volta fuori dal carcere di Opera. Nel frattempo, la procuratrice generale Francesca Nanni ha depositato il parere negativo alla concessione dei domiciliari per Abedini in quanto «le circostanze rappresentate nella richiesta» dalla difesa, l’avvocato Alfredo De Francesco, «in particolare la messa a disposizione di un appartamento ed il sostegno economico da parte del Consolato dell'Iran» unitamente a eventuali «divieto di espatrio e obbligo di firma», non costituiscano una «idonea garanzia» per contrastare il pericolo di fuga dell’ingegnere iraniano. Quanto al merito delle accuse mosse dalle autorità statunitensi, aggiunge la procura generale in una nota, «ci si riserva una approfondita e completa valutazione all'esito degli atti che verranno trasmessi» dagli Usa.

Nelle carte, ovviamente, non c’è alcun cenno al caso di Cecilia Sala, la giornalista italiana detenuta in Iran dal 19 dicembre scorso senza neppure la formalizzazione delle accuse.

Con un connazionale, Abedini è accusato di cospirazione per l’esportazione di componenti elettronici sofisticati dagli Usa all’Iran e di fornire sostegno materiale alle Guardie della Rivoluzione islamica, inserite dagli Washington nella lista delle organizzazioni terroristiche e che hanno portato alla morte di tre militari statunitensi uccisi da un attacco con un drone a una base militare in Giordania.

Dopo il parere della pg, la Corte d'appello deve scegliere la data per la discussione relativa alla misura, che non potrà essere fissata prima di 10 giorni.

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