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Caso Sinner, il documento in esclusiva. La Wada: “Ecco perché abbiamo patteggiato”

2 giorni fa 3
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Pubblichiamo in esclusiva i passi salienti del “chiarimento” che il responsabile della comunicazione della Wada, James Fitzgerald, ci ha inviato a margine della conclusione del caso Sinner. Nel ripercorrere i passi della vicenda viene spiegato che la Wada ha deciso di applicare un articolo, il 10.8.2 del codice antidoping, già utilizzato altre volte, che consente in casi particolari come quello di Sinner, e previo “accordo di tutte le parti”, di ridurre la sanzione prevista per garantire un trattamento “adeguato ed equo”. Nel rispetto, aggiunge la Wada, di un principio di trasparenza.

La disposizione relativa all’accordo di risoluzione dei casi nel Codice mondiale antidoping (articolo 10.8.2) è stata introdotta nel 2021. Una delle sue funzioni principali è garantire che i casi unici che non rientrano esattamente nel quadro sanzionatorio possano essere giudicati in modo appropriato ed equo, a condizione che tutte le parti e la Wada siano d’accordo.

L’articolo consente un’ulteriore riduzione del periodo di sospensione in base al livello di gravità della specifica violazione, nonché al fatto che l’atleta abbia ammesso la violazione. La disposizione è stata utilizzata decine di volte, nelle migliaia di casi giudicati dall’entrata in vigore del Codice 2021. Nel caso di Sinner, la Wada ha ritenuto che la prima decisione, che ha stabilito che l’atleta non aveva commesso alcuna colpa o negligenza, fosse errata ai sensi del Codice. Infatti, la disposizione sulla mancanza di colpa o negligenza prevede che non si applichi nei casi che coinvolgono “la somministrazione di una sostanza proibita da parte del medico personale o dell’allenatore dell’atleta senza che ciò sia stato comunicato all'atleta (gli atleti sono responsabili della scelta del personale medico e devono informare il personale medico che non possono ricevere alcuna sostanza proibita)”.

Al fine di difendere l'importante principio secondo cui gli atleti sono effettivamente responsabili delle azioni del loro team, la Wada ha deciso di presentare ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport. In base alle disposizioni relative alle sanzioni (in assenza di un accordo di risoluzione del caso ai sensi dell'art. 10.8.2), il periodo di sospensione applicabile a un caso che coinvolge una sostanza non specificata (come il clostebol) in cui si accetta che l’atleta non abbia commesso alcuna colpa o negligenza significativa, è compreso tra uno e due anni. Questo è quindi ciò che era contenuto nella notifica di ricorso.

Sinner, un calvario durato un anno: le tappe dal caso Clostebol all'accordo con la Wada

I fatti di questo caso erano davvero unici e diversi da altri casi che riguardavano la somministrazione da parte del personale di supporto dell’atleta. In effetti, questo non era un caso di somministrazione diretta da parte dell’entourage dell’atleta, ma di assorbimento transdermico perché il massaggiatore dell’atleta (all’insaputa dell’atleta) aveva trattato un taglio sul dito con un prodotto contenente clostebol. Attraverso la propria approfondita revisione del caso, la Wada ha verificato e concordato che lo scenario dell’atleta era scientificamente plausibile e ben documentato sui fatti. In effetti, lo scenario dell’atleta era stato precedentemente accettato dall’ (Itia) International Tennis Integrity Agency e dal tribunale indipendente che aveva deciso il caso in primo grado. Tenendo conto, in particolare, del livello di gravità della violazione, dati i fatti specifici, la Wada ha ritenuto che una sanzione di 12 mesi sarebbe stata eccessivamente severa.

Per questo motivo la Wada era disposta a stipulare un accordo di risoluzione in base all’articolo 10.8.2 che, appunto, consente una riduzione al di sotto della sanzione altrimenti applicabile, tenendo conto, in particolare, del livello di gravità della violazione. Vale anche la pena notare che, prima ancora che si verificasse il caso di Jannik Sinner, era stata proposta una maggiore flessibilità per i casi di contaminazione come quello di Jannik Sinner, che avrebbe portato esteso la possibile sanzione a due anni, eliminando il minimo di un anno. Questa modifica alla bozza del Codice 2027 è stata accolta con grande favore dalla comunità antidoping, dato il crescente riconoscimento della prevalenza di situazioni di contaminazione imprevedibili. In definitiva, la Wada è soddisfatta che sia stata fatta giustizia in questo caso e che la sanzione sia adeguata alla violazione commessa. La Wada è lieta di aver potuto trattare la questione in modo aperto e trasparente, con i fatti del caso disponibili e di dominio pubblico.

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