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Caterina Murino: «Volevo fare il medico, ora sono una gattara. Figli? Ci voleva la mano di Dio, l'idea è quella di adottare»

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È di Cagliari, ma per amore ha passato tre anni a Pechino, tre a Beirut e ora fa base a Parigi, dove vive con il compagno, un avvocato francese di nome Edouard Rigard, con il quale convive da otto anni. Da ragazza voleva fare il medico ma poi è arrivata quinta a Miss Italia - con la fascia di Miss Deborah - ed è diventata un'attrice che da 007 all'Invincibile piccolo maialino volante (uno dei due lungometraggi per bambini che ha girato in Cina) ha fatto di tutto, compreso la madrina della Mostra del Cinema di Venezia nel 2023. Caterina Murino, 47 anni, da domani a mercoledì è nelle sale con The Opera! Arie per un'eclissi, il visionario film di Davide Livermore e Paolo Gep Cucco che rielabora il mito di Orfeo ed Euridice tra pop, classica e arti visive (lei muore morsa da un serpente, lui ottiene di poterla ricondurre fra i vivi purché non si giri mai a guardarla prima di uscire dall'Ade, il regno dei morti. Quasi arrivato, però, si volta, e non la vedrà mai più).


Un'esperienza speciale?
«Sì, pazzesca. Ovvio che ne parli bene, ma quei due hanno messo in piedi un progetto davvero unico. Si ride, si piange, ci si esalta. L'amore è al centro di tutto. Giuro: non vedevo l'ora di alzarmi alle quattro del mattino per andare al trucco e poi sul set... Io sono la concierge dell'Ade, cattiva perché non sa cosa vuol dire il contrario. E pensare che dalla vita mi aspettavo tutt'altro».


A 20 anni, dopo quelle due bocciature all'esame d'ammissione per iscriversi alla Facoltà di medicina, cosa pensava di fare?
«La seconda volta non ce la feci per soli sette posti: c'ero quasi. Comunque, prima di andare a Milano dove cominciai a lavorare come modella dopo il concorso di Miss Italia - mi iscrissi a Lettere antiche a Cagliari. Con i miei il patto era semplice: senza un lavoro dopo un mese sarei tornata a casa. Non mi sono praticamente mai fermata e dopo un po' ho iniziato a studiare anche recitazione. Sono stata molto fortunata».


A tal punto che adesso potrebbe anche sfidare la sorte e fare la regista?
«Non fa per me. Mi piace di più impegnarmi con la produzione, anche teatrale. L'anno scorso sono riuscita a creare un ponte teatrale tra Francia e Italia con La vedova scaltra di Carlo Goldoni, diretta da Giancarlo Marinelli: l'abbiamo messa in scena prima da loro nel 2024 e da noi nel 2025. Io, protagonista in entrambi i Paesi».


Da giovedì è in sala anche con "N.E.E.T. - E se tornasse la leva obbligatoria?", film di Andrea Biglione. Lei recita nei panni del ministro che stabilisce l'obbligo della naja per i nullafacenti trentenni residenti sul divano del salotto di casa dei genitori: secondo lei funzionerebbe davvero?
«Oddio, mi odieranno tutti quei giovani coinvolti ma forse sì. In qualche modo devono darsi una mossa e un'idea così, magari è un po' drastica, ma non mi sembra malvagia. O vi date da fare o fate i soldati».


Nel frattempo è diventata anche una gattara, che quest'estate per una settimana è andata in giro per la Sardegna su un furgone per distribuire tre tonnellate di croccantini a circa 4000 randagi: conferma?
«Sì. Con me c'era anche il mio compagno».


Avrà passato sette giorni meravigliosi.
«Anche a lui piacciono i gatti. Con noi per tutto il tempo c'è stata la fotografa Alessandra Cossu, che ha scattato foto per una mostra da allestire il prossimo aprile nel Municipio di Cagliari. Stiamo anche montando un documentario girato sempre in quei giorni. Il mio rapporto con i gatti è cambiato a Parigi a casa dei genitori del mio compagno, quattro anni fa, quando mi innamorai del loro gatto Benito».


A proposito, da attrice che ne pensa del collega Luca Marinelli, bravo nei panni di Mussolini nella serie Sky "M-Il figlio del secolo" di Joe Wright, tratto dall'omonimo romanzo di Antonio Scurati, che da settimane dice a chiunque quanto sia stato doloroso interpretarlo?
«Non ho ancora visto la serie, ma la prima regola del nostro lavoro è non giudicare mai i nostri personaggi. Quando ha interpretato Adolf Hitler nel film La caduta, un fuoriclasse come Bruno Ganz cosa avrebbe dovuto dire? Mah! Non so cos'altro aggiungere».


Lei ha mai avuto problemi con un personaggio?
«Sì, ma per altri motivi. Nel 2017 dovevo interpretare una campionessa di apnea nel film Deep Mare Nostrum e mi sono allenata per due mesi facendo una dieta mostruosa per perdere peso.

Facevo tre ore di allenamento al giorno in palestra e quattro di apnea in piscina. In mare sono arrivata a scendere a meno quindici metri per due minuti di immersione. Ho avuto un crollo psicofisico, è stato troppo veloce tutto, e sono andata un po' giù di testa: piangevo sempre e di notte sognavo di poter respirare soltanto con la maschera, quindi dormivo con quella di Sophie, il mio personaggio, vicino al cuscino. Non stavo messa molto bene. Meno male che all'epoca ero single, sarebbe stato disastroso starmi accanto. Mi ha aiutato molto un amico, che mi fece capire che se fossi andata avanti così ero da ricoverare».


Quest'estate in Sardegna ha partecipato ad alcune manifestazioni contro l'installazione indiscriminata delle pale eoliche: politicamente come la pensa?
«Ne so veramente poco e non voglio espormi. In quel caso l'ho fatto perché non c'era un'opposizione totale della gente ma soltanto la richiesta di posizionarle sul territorio in maniera intelligente. La ricchezza più grande della nostra terra è la sua bellezza. Perché rovinarla?».


Vota in Italia o in Francia?
«In Italia, da residente all'estero».


Nel suo ambiente, essere distanti dalla politica, favorisce o no?
«Io vivo in un paese in cui la politica non si mischia con il cinema. Se mi posso permettere, non so in Italia come funzioni».


Un'idea se la sarà fatta.
«Io non ho alcuna spinta. Zero. Sono un cane sciolto, lavoro molto all'estero, e tutti i film che ho fatto sono frutto di scelte del regista non certo per imposizioni politiche».


Quindi ha avuto più soddisfazioni dall'estero?
«Sì, ma non mi lamento. Adesso in Italia sto facendo tante cose, cinema e teatro».


L'errore peggiore che ha fatto finora?
«Credermi immortale e invincibile. Ho accumulato cose materiali di cui adesso non mi frega più nulla. La cosa che mi interessa, adesso, è lasciare segnali di vita non beni materiali».


Si riferisce all'aiuto ai gatti, giusto?
«Sì. Non avrei mai il coraggio di fare come Brigitte Bardot, che lasciò tutto per i cani e gli animali in genere, ma di fare sempre di più, sì».


Com'è andata con i figli?
«Sono riuscita a organizzare tante cose nella mia vita, ma in questo caso ci voleva la mano di Dio».


Pensa di adottare?
«C'è anche quell'idea, sì».


Fra pochi giorni esce qui in Italia il thriller erotico "Babygirl", film con Nicole Kidman che fa sesso estremo con uno stagista. Ormai c'è tutto un filone: lei in Francia ha girato la serie "Escort Boys", com'è andata?
«Non sono la Kidman, ma è andata benissimo. Così tanto che arriverà anche una seconda stagione».


Viva i toy boys, allora?
«Il mio fidanzato mi strangola. Però va bene, certo (ride, ndr)...»


La lista delle persone a cui deve chiedere scusa è lunga?
«Ogni tanto spunto qualche nome. L'ho fatto di recente con un mio ex, che anni fa, quando non volevo vedere un gatto neanche da lontano, lo trattai malissimo. Lui mi ha risposto carinamente. Spero ci sia sempre tempo per chiedere scusa».


Cosa non perdona?
«La cattiveria».


Cosa non si perdona?
«Mi arrabbio molto facilmente. Non sono accomodante, forse per questo ho molti ruoli da cattiva, come la concierge dell'Ade».


È questo il suo peggior difetto?
«Forse non avere peli sulla lingua. Dico sempre quello che voglio».


Parigi è per sempre o prima o poi torna a Cagliari?
«In Sardegna si torna sempre, ma la mia casa è qui a Parigi. Poi chi lo sa? La vita è sempre piena di sorprese».


Com'è per un'attrice italiana vivere e lavorare a Parigi, dove c'è una collega come Monica Bellucci?
«Lei è un'icona, una diva mondiale. Io sono un'attrice normale. Sono sincera, mi creda: non c'è confronto e non c'è imbarazzo».

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