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Chi è Steve Witkoff, il miliardario che media per Trump in Medio Oriente (e in Ucraina) e le sue tre ore a colloquio con Putin

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Dal Cremlino nessuna conferma né smentita sull'incontro a Mosca tra Vladimir Putin e Steve Witkoff, un colloquio che sarebbe durato addirittura tre ore e mezzo, secondo Fox News (l'emittente Usa vicinissima alla Casa Bianca). Ma di sicuro Witkoff, inviato di Donald Trump per il Medio Oriente, diventa sempre più un uomo chiave nella complessa partita geopolitica mondiale. A cavallo tra due guerre, a Gaza e anche - sia pur indirettamente - in Ucraina. Ma chi è questo miliardario cui il presidente Usa ha affidato un ruolo forse perfino più rilevante del segretario di Stato Mark Rubio? E che ha scavalcato di fatto l'ex generale Keith Kellogg, il negoziatore ufficiale della Casa Bianca per Kiev? 

Di sicuro è un uomo vicinissimo a Trump per gusti, stile di vita, e attività professionale: 67 anni, nessun ruolo formale nel governo, è un magnate immobiliare con nessuna esperienza diplomatica.

Insomma, il rappresentante in purezza dell'approccio alla politica internazionale di Trump: il negoziato inteso come un businnes, con tutte le regole di una compravendita. Con tanto di mosse azzardate, rilanci, pressioni più o meno debite. I due convidono anche la passione per il golf e spesso è proprio sul prato verde che hanno discusso questioni cruciali per il mondo. 

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Gli esordi

Nato nel Bronx, laurea alla Hofstra University, questo ebreo americano ha esordito nel settore immobiliare come avvocato d'affari, poi entrando con un ruolo dirigenziale nella società che porta il suo nome, specializzata nella consulenza immobiliare. Agguerrito, sfrontato: secondo alcune fonti, era solito presentarsi agli incontri di lavoro con una pistola legata alla caviglia. Tra le sue principali proprietà il Daily News Building, il Woolworth Building, 33 Maiden Lane e il Park Lane Hotel a Manhattan.

La vita privata 

Vita sentimentale forse meno movimentata di quella del suo amico presidente. È sposato dal 1987 con Lauren Jill Rappoport, che all'epoca era associata dello studio legale di Manhattan Botein, Hays & Sklar. I due hanno avuto tre figli (uno di loro è morto nel 2011 di overdose). Nel 2019, Witkoff si è trasferito da New York alla Florida, con casa  a Miami Beach. Altro punto in comune con Trump, dunque: origini newyorchesi e amore smisurato per lo Stato del sole. 

Durante la prima presidenza nel 2020, è stato membro dei Great American Economic Revival Industry Groups, creati per combattere l'impatto economico del Covid negli Stati Uniti. 

Detto tutto questo, come non vedere, nel piano Trump per Gaza - la Striscia trasformata in un resort - la comune visione da immobiliarista? Nelle ultime settimane dell'amministrazione Biden, Witkoff ha affiancato e in qualche modo coadiuvato l'assai meno fortunato negoziatore democratico Anthony Blinken. E alla fine è stato proprio Trump a incassare il dividendo del fragile cessate il fuoco. Ed è stato lui il primo americano a entrare nella Striscia di Gaza, il 29 gennaio scorso.

Tra Gaza e Mosca 

Ieri Witkoff ha ottenuto il ritorno a casa di Marc Fogel, l'americano detenuto in Russia dal 2021 con l'accusa di traffico di marijuana. Cosa ha ottenuto Mosca in cambio? "I termini dell'accordo sono stati equi, molto, molto equi, molto ragionevoli. Non sono accordi come quelli che si sono visti negli anni". E oggi il portavoce del Cremlino Peskov ha chiarito che presto un cittadino russo "trattenuto negli Stati Uniti" sarà rilasciato. Scambio di prigionieri, insomma. Secondo le regole classiche della diplomazia. Rivisitate secondo lo spirito del real estate.   

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