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Dal monologo del Sanremo 2023 al libro, dal libro allo spettacolo in teatro. E dal palco, trionfale, l’approdo in tv: prima serata, Rai1, un one woman show che porta il suo nome (Forte e Chiara), da lei ideato, condotto, cantato, ballato e recitato. Tre serate in diretta, la prima delle quali domani, con cui Chiara Francini battezza ufficialmente la nascita del francini-verso. Tema portante degli show: la sua vita, «straordinaria nella sua normalità, dal primo bacio all’ultimo dispiacere», la sua storia, «quella di una ragazza di paese arrivata in prima serata su Rai1». Ospiti: le sue amiche di Campi Bisenzio, la sua mamma, il suo gatto Rollone, i colleghi «toscanacci» (Masini, Panariello, Conti, Pieraccioni) e tra gli ospiti Luca Argentero, Nino Frassica, Laura Chiatti, Lillo, Barbara Foria, persino il Cardinal Gianfranco Ravasi. «Comunque vada, sarà tutta colpa mia: scenografia e luci incluse».
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Non teme la megalomania?
«Mi hanno chiesto di portare in tv il mio bagaglio, quello accumulato con il monologo di Sanremo (sulla libertà di non essere madre, ndr), il libro e lo spettacolo, e io l’ho fatto. Sono lavori con cui ho aperto, nel dibattito pubblico, una riflessione sulla donna a partire dalla mia esperienza personale. Mi sono detta: se un episodio così normale della mia vita ha interessato tante persone, allora la mia vita provo a raccontarla tutta».
E lo fa in tv: come si è guadagnata un simile credito?
«Non lo so. Tutto è cominciato dopo Sanremo, forse. Certamente deve aver pesato il fatto che io sia un’artista trasversale, che ha toccato vari ambiti. E poi, quando mi hanno proposto di fare lo show, ho subito suggerito la mia visione. Per fare una cosa del genere ci vuole coraggio e preparazione, ma anche incoscienza e fede. Nel senso di sapersi buttare nel vuoto».
È credente?
«Sì. Sono una persona di profonda fede. Una fede fatta di cielo ma anche di terra. Concreta, umana».
E si riconosce nella chiesa cattolica?
«Mi riconosco in tantissime battaglie del Cardinal Ravasi, specialmente quelle a favore delle donne».
Gli ospiti della prima serata saranno quasi tutti uomini. Perché?
«È capitato. Ma ripensandoci, lo trovo molto giusto. Non è che se fai un one woman show devi invitare per forza solo donne».
Vanessa Incontrada, con cui girò la fiction “Non dirlo al mio capo”, l’ha invitata?
«Non lo posso dire. Però ci sarà qualcosa che ha a che fare con quell’ambito. Qualcosa di molto amato».
Ci sono donne dello spettacolo cui si ispira?
«Non posso certo mettermi a confronto con icone come Raffaella Carrà, Loretta Goggi, Franca Valeri, Anna Marchesini, ma spero di poter essere contaminata da tutte loro insieme».
Perché ha voluto la diretta?
«Perché senza, lo show sarebbe stato meno autentico. Meglio una sporcatura che un momento troppo perfetto ma provato mille volte. Non voglio uno show perfetto: voglio divertire anche con le imperfezioni».
Parlerà anche di politica?
«Ci sarà tutto. Mi hanno lasciato libera di esprimermi».
E dopo? Se le proponessero Sanremo?
«Ora mi concentro su questo, devo restare tonica e fresca, si vedrà magari fra qualche anno. Mi gira le testa solo se mi metto a pensarci, a Sanremo».
La regista la farebbe?
«No, per carità. Attrice e sceneggiatrice sì. Da poco sono anche produttrice, ho fondato una mia compagnia, la Nemesis».
Perché Nemesis?
«È la dea della giustizia. Voglio restituire agli altri un po’ della fortuna che ho avuto io. Sono andata avanti per il mio percorso sempre con molta felicità, ma noi donne dobbiamo fare 20 per arrivare a 13. Se vieni dalla provincia, poi...».
Scusi ma a lei cosa rimane della provincia, dopo anni nel mondo dello spettacolo?
«Tutto. C’è chi pensa che essere definito provinciale, o arricchito sia un’ offesa. A me sta bene. Io sono un’arricchita. Ricchi ci si nasce: prima i soldi non ce li avevo, ora ce li ho. Quello che ho lo devo alla provincia: Sophia Loren diceva che quel che era diventata lo doveva agli spaghetti. Io lo devo alla schiacciatina mangiata con le amiche sul fiume Bisenzio».