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«Pensavo succedesse solo nei film. Non posso crederci. Sto tremando, ho la pelle d'oca. Per me lavorare è tornare alla vita». Sono le parole pronunciate da Andrea, uno dei senzatetto che ogni notte dormono sotto i portici di corso della Repubblica, nel centro di Latina, quando gli diciamo che un uomo ha letto la sua storia sul giornale, ne è rimasto colpito e adesso vuole offrigli un posto dove dormire e un impiego.
Solo 24 ore fa avevamo raccontato la vicenda di Andrea, quarantanovenne originario di una provincia del nord Italia. Ex cuoco, dopo il servizio militare e un'esperienza nella legione straniera in Francia, oltre a numerosi viaggi che gli hanno permesso di imparare quattro lingue, l'uomo aveva fatto su è giù per l'Italia. Dalla sua città natale a Torino, fino a Terracina, prima che una vicenda giudiziaria lo travolgesse, facendolo finire nel carcere di Cassino e poi in quello di via Aspromonte, a Latina.
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Una volta uscito, infatti, la sua vita era cambiata per sempre. Dopo un periodo nel dormitorio comunale, Andrea ha iniziato a passare le sue notti per le strade della città. Per lavarsi, andare in bagno, farsi la barba e mangiare si recava da Saman, la cooperativa sociale davanti l'ospedale Santa Maria Goretti, mentre il resto della giornata la passava quasi tutta seduto sul marmo di corso di corso della Repubblica, chiedendo l'elemosina e cercando di tirare avanti. A fargli compagnia la sua cagnolina, Latina, un meticcio trovato in un cassonetto del centro e che lui ha chiamato proprio come la città che «gli ha tolto e gli ha dato», per utilizzare le sue parole. Ieri, però, la sua storia finisce sul giornale, e fa breccia nel cuore di un imprenditore, il proprietario di un noto stabilimento balneare sul lato destro del lungomare di Latina.
Letto il racconto ha sentito il bisogno di fare qualcosa. Ha alzato il telefono e chiamato la redazione del Messaggero chiedendo aiuto per mettersi in contatto con Andrea. Gli vuole offrire un posto dove dormire, ma soprattutto un lavoro per ripartire.
Così già ieri pomeriggioi due si incontrato e iniziano a parlare. Il destino vuole che Andrea abbia già lavorato in uno stabilimento. Uno dei più grandi di Ostia, probabilmente il più importante. Conosce il lavoro, i tempi, tutte le faccende da svolgere in un'attività del genere. Portare i lettini, aprire gli ombrelloni, controllare la zona di notte. Sa addirittura guidare il trattore, e in più è un'ex cuoco, che può sempre risultare utile per dare una mano nelle cucine. «Va bene. Vai a prendere le tue cose e torna qui per dormire» gli dice: «Inizi domani».
Andrea non può credere alle sue orecchie. Torna in città per recuperare il suo zaino, un paio di valigie e qualche busta. «Hai visto Latina? Adesso ce ne andiamo al mare» sussurra alla cagnolina che ha chiamato come la nostra città, mentre recupera le sue cose. L'unica che non prende con sé è il cartello con il quale chiedeva l'elemosina sotto i portici. «Questo adesso non mi serve più». Ad attenderlo c'è una nuova vita.