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Compie 100 anni Ginette Kolinka, sopravvissuta ad Auschwitz

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''La vita è bella perché sopravvivo'': parola di Ginette Kolinka, deportata nell'aprile 1944 ad Auschwitz-Birkenau, nello stesso treno di Simome Veil, che oggi festeggia i 100 anni. ''Quando sei sopravvissuta a Birkenau, credo che sei obbligato ad amare la vita'', aggiunge quest'instancabile testimone francese della Shoah, autrice di libri come 'Retour à Birkenau' e 'Une vie heureuse', in un'intervista pubblicata oggi sul quotidiano Le Parisien.

 ''Questa è almeno la mia impressione - aggiunge - non parlo degli altri deportati. Io trovo che la vita è bella proprio perché sopravvivo. Hai fame, apri il frigo,e mangi. Non è straordinario tutto questo?". Da qualche mese, la donna centenaria ancora in forma e dallo spirito particolarmente arzillo si è trasferita dal suo appartamento in Rue Jean-Pierre Timbaud, dalle parti di Place de la République, nel centro di Parigi, in una casa di risposo delll'Institution National des Invalides, che ospita vittime di guerra ed ex combattenti. ''La gente deve pensare, povera, è molto molto vechia, sta agli Invalides. Ma io sto benissimo qui.Il personale è straordinario, il cibo ottimo. Sono fortunata. Non sono né malata. Ne handicappata. Per la mia categoria, c'è una terza parola, sono 'residente''. Se testimonia ancora oggi davanti agli studenti, come la settimana scorsa al Mémorial de la Shoah per l'80/o anniversario della liberazione di Auschwitz - l'ex venditrice di biancheria al mercato di Aubervilliers, alle porte di Parigi, ha cominciato a farlo solo a un certo punto della sua vita. Al figlio Richard, nato nel 1953 e celebre batterista del gruppo Telephone, non aveva mai detto nulla. Credeva, anzi, che tutte le mamme avessero un numero tatuato sul braccio come la sua.

''Era troppo giovane - racconta Kolinka - Non volevo certo imporgli ciò che ho vissuto. Ancora oggi, dico: fate attenzione all'odio. Non voglio che ci sia odio contro i tedeschi. Faccio una grande differenza tra i nazisti e i tedeschi oggi", conclude colei che nei campi della morte ha perso parte della sua famiglia, tra cui il padre e il fratello piccolo, mentre la Francia le augura buon compleanno.    

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