C'è una svolta nell'indagine della Procura di Milano sul caso della villa in Versilia di Francesco Alberoni, acquistata da Dimitri Kunz D'Asburgo, compagno di Daniela Santanchè, e da Laura De Cicco, moglie del Presidente del Senato Ignazio La Russa per 2,45 milioni e rivenduta a gennaio dell'anno scorso, in meno di un'ora dal rogito, all'imprenditore Antonio Rapisarda per 3,45 milioni. Da quanto si apprende, la Gdf è stata delegata ad indagare per riciclaggio sui flussi di denaro e la destinazione della plusvalenza di un milione e verificare se, parte della somma, sia servita per coprire i debiti di Visibilia.
Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria, società al centro dell'inchiesta in cui Daniela Santanché e tra gli indagati per le presunte irregolarità sulla gestione della Cig durante il Covid, non avrebbero versato oltre 120mila euro di contributi previdenziali all'Inps per i dipendenti.
E' quanto emerge dall'inchiesta di Milano in cui la ministra, il suo compagno Dimitri Kunz D'Asburgo e Paolo Concordia, consulente con gestione del personale, rispondono di truffa aggravata. La Procura anche su questo capitolo ha delegato l'Inps per accertare la cifra esatta, che potrebbe salire, relativa all'omesso versamento previdenziale.
Manager Visiblia a Kunz: 'siete degli scappati di casa'
"Siete degli scappati di casa… perdonami l'offesa, ma è questo. Io (...) nella mia vita pago anche il biglietto dell'autobus, pago le tasse e sono pure contenta… mi sono ritrovata in una situazione che non mi appartiene per fare un favore a voi e perché mi sono fidata di voi a non controllare le buste paga. Il giorno che l'ho scoperto, ho mandato una pec, è successo il putiferio. Ma io dovevo essere una iena" . È lo sfogo di Federica Bottiglione, ex responsabile Investor Relations di Visibilia che con la sua denuncia ha portato la procura di Milano ad aprire l'indagine, ora chiusa, in cui Daniela Santanchè risponde, con il compagno Dimitri Kunz D'Asburgo e Paolo Concordia, consulente esterno di Visibila Editore e Visibila Concessionaria, di truffa aggravata per irregolarità nella fruizione della Cig a zero ore sul Covid. Il 25 novembre 2021 Buttiglione, in una telefonata da lei registrata e depositata agli atti dell'indagine con una perizia giurata, dice a Kunz D'Asburgo di essersi "pentita di non aver cambiato lavoro a ottobre, quando potevo, perché non mi sarei mai ritrovata in questa situazione" aggiungendo di aver chiesto da "dicembre 2020 di togliermi" la cassa integrazione. Inoltre la manager ha aggiunto: "sono un'imbecille, ma tra essere imbecille e essere consapevole di commettere un reato penale, se permetti c'è differenza… e tra l'altro qual è il stata la mia convenienza di mettermi in questa situazione tacitamente? Perdonami… io non ricevo, non ho ricevuto eheee un sacco di cose, tra cui la cosa per me più importante, i contributi per la pensione".
Ex manager Visibilia: 'non sono l'unica in questa situazione'
"A me le vicende, le quisquilie dei soldi non mi interessano, ma questo è un reato penale... la situazione in cui io sono è così… e non sono sola in questa situazione. Eh, a me questa è la cosa che mi angoscia". Lo dice Federica Bottiglione, ex responsabile Investor Relations di Visibilia, nel novembre 2021 parlando al cellulare con il compagno di Daniela Santanchè, Dimitri Kunz D'Asburgo. La conversazione registrata dalla manager e messa nero su bianco in una perizia giurata, è ora agli atti dell'indagine per truffa aggravata per presunte irregolarità nella fruizione della Cig sul Covid. Indagine che la Procura ha appena chiuso a carico della senatrice di Fdi, del suo compagno, di Paolo Concordia, consulente esterno di Visibila Editore e Visibila Concessionaria e delle due società. "Tu, l'altro giorno - prosegue Bottiglione - mi hai detto 'il nostro rapporto di amicizia'… ma mi dovete chiamare voi e dirmi 'Federica ti proponiamo questa cosa…'" e "io avrei alzato la manina avrei detto… 'No, grazie… anche no'". Kunz replica: "serenamente… io ero sicuramente… certo che tu eri al corrente di tutto, era una cosa tacita, dove non c'era nessun tipo… (inc.)" . E la ex dipendente gli ribatte: "Eh beh, e questo, e questo è un rapporto di fiducia… secondo te? Dove la gente non si dice le cose poi se io vado al Caf e lo scopro a me mi dite... 'potevi venire da noi' anche questo me l'ha detto la consulente del lavoro. Mandare le buste paga sei mesi dopo, è un reato, è un reato… solo che io tutte queste cose non le sapevo, perché io non è che vivo controllando cosa fa il mio datore di lavoro che stimo".
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