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Era il 26 dicembre 2004 quando, poco dopo la mezzanotte, un terremoto di magnitudo 9.1 colpì l'isola indonesiana di Sumatra, provocando uno tsunami che uccise quasi 230mila persone in 15 paesi affacciati nell'Oceano Indiano. Onde enormi si abbatterono sulle comunità costiere di molti Paesi nel sud-est asiatico, tra cui Indonesia, Sri Lanka, Thailandia, India e le Maldive. Onde che raggiunsero altezze fino a 30 metri.
Tilly Smith aveva 9 anni ed era in villeggiatura a Phuket, in Thailandia insieme alla sua famiglia. Aveva imparato a conoscere gli tsunami alla Danes Preparatory School di Oxshott, nel Surrey, in Inghilterra, durante la lezione di geografia, due settimane prima del disastro. «Grazie a questi insegnamenti riuscì a mettere in salvo circa 100 persone sulla spiaggia di Mai Khao Beach, dopo aver visto il mare ritirarsi per centinaia di metri e ribollire», a raccontarlo è l'Ingv in una «story maps» sul suo sito.
26 dicembre 2004, le immagini dello tsunami che sconvolse l'Oceano Indiano
Tilly fu in grado di avvisare i genitori, le altre persone presenti sulla spiaggia e il personale dell'hotel dove alloggiava; il suo allarme venne fortunatamente ascoltato da tutti, in questo modo quelle persone trovarono riparo ai piani alti delle strutture turistiche. La spiaggia di Mai Khao Beach fu così evacuata prima che lo tsunami raggiungesse la riva e fu l'unica spiaggia thailandese in cui non si registrarono vittime. «La storia di Tilly – disse Bill Clinton – dimostra quanto sia importante insegnare alle giovani generazioni tutto quanto concerne i disastri natural».
Il piccolo tifoso indonesiano di Rui Costa
Un altro bambino fu invece protagonista di clamoroso salvataggio. Martunis, racconta ancora l'Ingv, aveva 8 anni il giorno del disastro. Quella mattina stava giocando a calcio sulla spiaggia di Banda Aceh, in Indonesia, coi suoi amici. Quando la gigantesca onda arrivò, il piccolo si aggrappò a un albero di mangrovie per salvarsi e sopravvisse su quell’albero per tre settimane. mangiando confezioni di spaghetti istantanei e bevendo bottiglie d'acqua portate dalle onde. Quando fu ritrovato, indossava la maglia del calciatore portoghese, ex Fiorentina e Milan, Rui Costa.
Grazie allo staff di Save the Children Martunis si ricongiunse a suo padre, allevatore di pesci e gamberi, che fu l’unico a sopravvivere della sua famiglia. Sua madre e i suoi fratelli non furono mai più ritrovati. La sua storia fece il giro del mondo, e quando i giocatori Rui Costa e Christiano Ronaldo visitarono l'Indonesia, lo invitarono per 15 giorni in Portogallo. Nel 2015 lo Sporting di Lisbona decise di tesserarlo nella squadra giovanile per dargli una chance di diventare un calciatore professionista.
Il ruolo delle mangrovie
Le foreste di mangrovie contribuirono a salvare molte vite. Il dato, spiega sempre l’Ingv, è emerso da uno studio condotto dalla World Conservation Union (Iucn), che ha confrontato il bilancio delle vittime di due villaggi dello Sri Lanka colpiti dalle devastanti onde di tsunami. Solo due persone sono morte nell'insediamento circondato da una fitta foresta di mangrovie e macchia, mentre fino a 6.000 persone hanno invece perso la vita nel villaggio senza una vegetazione simile. Molte foreste in passato erano state purtroppo abbattute per costruire gli allevamenti di gamberi e i villaggi turistici. «La ricerca - spiega l'Ingv - ha dimostrato che le mangrovie sono in grado di assorbire tra il 70 e il 90% dell'energia di un'onda normale. Non esistono, tuttavia, dati affidabili su come gli alberi mitighino l'impatto di uno tsunami. Molte persone che vivono nelle zone costiere ora vogliono vedere le loro comunità beneficiare dell'apparente protezione offerta dalle foreste di mangrovie».
Le commemorazioni
Cerimonie oggi in vari paesi dell'Asia per ricordare le vittime dello tsunami più devastante del XXI secolo. Nella provincia indonesiana di Aceh, la più colpita, oggi una sirena ha suonato per tre minuti alla Baiturrahman Grand Mosque, dopodiché si sono tenute preghiere. Le famiglie hanno visitato le fosse comuni in tutta Banda Aceh, il capoluogo di provincia. Lo tsunami ha ucciso più di 160.000 persone nella sola Indonesia. La portata del disastro ha fatto sì che molte famiglie non siano mai state in grado di identificare i resti dei loro cari.
Nello Sri Lanka, dove sono morte 35.322 persone, si terranno in tutto il Paese cerimonie buddiste, indù, cristiane e musulmane. I sopravvissuti e i parenti si riuniranno anche per ricordare le vittime del disastro ferroviario dell'Ocean Queen Express, che ha visto il treno dai binari dalle onde dello tsunami. Circa 1.000 passeggeri sono morti a bordo del treno stipato per le feste. È stato il peggior incidente ferroviario del mondo. In Thailandia, si terranno veglie non ufficiali insieme a una cerimonia commemorativa organizzata dal governo. Lo tsunami ha devastato aree della Thailandia meridionale, compresi i suoi punti turistici più popolari. Metà degli oltre 5.000 morti erano turisti stranieri, secondo i dati del governo thailandese. Il terremoto che scosse il fondale oceanico a circa 250 chilometri dalla costa occidentale dell'isola di Sumatra è stato uno dei più potenti mai registrati. La sua intensità ha causato il sollevamento e il cedimento di enormi porzioni di terreno sul fondale marino, generando onde che si sono propagate in tutta l'Oceania e oltre.
Le immagini di quel giorno mostrano le onde che travolgono spiagge, villaggi e città, lasciando dietro di loro una scia di distruzione. Oltre 230.000 persone persero la vita in 14 Paesi, e milioni di altre furono sfollate, costringendo le comunità locali a ricostruire non solo le loro case, ma anche le loro vite. Secondo i dati dell'Unesco, che includono sia i morti che i dispersi, decessi sono stati registrati in 15 paesi: Indonesia (167.540), Sri Lanka (35.322), India (16.269), Thailandia (8.212), Somalia (289), Maldive (108), Malesia (75), Myanmar (61), Yemen (2), Bangladesh (2) e persino nelle Seychelles (2), Tanzania (13), Kenya (1), Madagascar (1) e Sudafrica (2). Quando lo tsunami colpì, non era in atto alcun sistema di allerta avanzato nell'Oceano Indiano. I sopravvissuti hanno descritto come in molti non avessero idea di cosa stesse succedendo di fronte all'acqua che si ritirava dalle spiagge per rifluire nell'oceano, il segnale di avvertimento di uno tsunami.