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Il mantra del centrodestra sul taglio delle tasse realizzato a favore degli italiani viene ancora una volta contraddetto dai dati del terzo trimestre del 2024. L’Istat certifica una pressione fiscale al 40,5%, in aumento di 0,8 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (era al 39,7%).
Il peso delle imposte in rapporto al Pil sale anche nei primi nove mesi del 2024 e si attesta al 39,6% del Prodotto interno lordo, con un aumento di 0,9 punti rispetto ai 38,7 del 2023. Quindi, nonostante il taglio del cuneo fiscale approvato in via strutturale dal Parlamento con l’ultima legge di bilancio, le tasse hanno ripreso a correre.
Dal governo spiegano che il rialzo è dovuto ai record dell’occupazione che stanno trainando le entrate. La Ragioneria dello Stato ha registrato nel 2024 un vero e proprio boom dovuto principalmente ai maggiori incassi dell’Irpef: più occupati e più ore lavorate. Un tesoretto che è stato molto utile anche per l’ultima manovra. «Vado fiera dei dati sull’economia», scrive la premier Giorgia Meloni sui social: «Abbiamo il tasso di occupazione più alto dalla Spedizione dei Mille e il tasso di disoccupazione più basso da quando è stato lanciato il primo iPhone. Il tasso di occupazione femminile è il più alto di sempre e per la prima volta abbiamo superato il tetto dei dieci milioni di donne lavoratrici», spiega la presidente del Consiglio. L’esecutivo, però, dimentica di considerare l’apporto del fiscal drag, con i sindacati che da tempo ne chiedono la restituzione. Il cosiddetto drenaggio fiscale è una quota non indifferente di Irpef pagata in più senza un reale aumento del reddito.
Si tratta di un fenomeno che si verifica nei periodi di alta inflazione e colpisce più duramente i lavoratori dipendenti e i pensionati con reddito medio basso. Il sito lavoce.info ha appena pubblicato uno studio degli economisti Marco Leonardi, Luisa Loiacono, Leonzio Rizzo e Riccardo Secomandi sul fiscal drag.
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Gli studiosi hanno ipotizzato, per un operaio metalmeccanico che ha guadagnato 32.691 euro nel 2024, una quota di 1.169 euro di drenaggio fiscale causato dal fatto che la parte di reddito che riflette l’aumento dei prezzi è tassata come incremento di reddito reale, pur non essendolo. I quattro economisti hanno stimato un impatto del fiscal drag nel 2024 tra i 16,5 e i 18 miliardi di euro.
Tornando ai dati Istat, il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è salito in modo contenuto dello 0,6% rispetto al trimestre aprile-maggio-giugno, mentre i consumi sono cresciuti dell’1,6%. Però la propensione al risparmio diminuisce congiunturalmente: È stata pari al 9,2%, in diminuzione di 0,8 punti percentuali sul trimestre precedente. Critiche arrivano dal Codacons: «Se due italiani su tre non si aspettano miglioramenti della situazione e sei su dieci temono un aumento del costo della vita è evidente che le politiche del governo in materia economica non stanno ottenendo gli effetti sperati». L’associazione dei consumatori vede la fine del credito che i cittadini hanno concesso all’esecutivo: «È esaurito, e c’è il rischio che i rincari dei prezzi sortiscano effetti ancor più negativi sulla fiducia».
Vanno all’attacco le opposizioni. «L’Istat ha demolito lo slogan sulle tasse che il centrodestra ha ripetuto per anni fino alla noia: con Giorgia Meloni al governo la pressione fiscale non è diminuita, ma aumentata di quasi l’1%», sostiene la coordinatrice di Italia viva Raffaella Paita che aggiunge: «Questo è il governo delle tasse».
Durissimo anche Angelo Bonelli di Avs: «Smentita la propaganda della maggioranza, aumentano le tasse e vengono tagliate le risorse a sanità, scuola, servizi sociali e trasporti pubblici. Una vergogna». Fratelli d’Italia fa quadrato attorno alla premier: «L’anno è appena iniziato e già arrivano dati incoraggianti sullo stato della nostra economia», dice il presidente della commissione Finanze della Camera Marco Osnato che prosegue: «Forse questi numeri manderanno di traverso alle opposizioni le ultime fette di panettone, ma raccontano di una nazione che è entrata nel 2025 in buona forma».
Osnato parla di «buoni frutti raccolti grazie all’azione del governo».