Mps annuncia il lancio di un'offerta pubblica di scambio totalitaria su Mediobanca. Lo si legge in una nota dell'istituto senese.
L'offerta pubblica di scambio annunciata da Mps su Mediobanca valuta Piazzetta Cuccia 13,3 miliardi di euro e offre un premio del 5,03% sul prezzo di chiusura di Borsa di ieri. Mps, si legge in una nota, offre 23 azioni per ogni 10 azioni Mediobanca portate in adesione.
Dall'unione tra Mps e Mediobanca "nasce un nuovo campione nazionale nel settore bancario italiano, che si posiziona al terzo posto nei segmenti chiave, con una forte complementarità di prodotti e servizi e caratterizzato da un business mix altamente diversificato e resiliente, con rilevanti sinergie industriali". Così Mps nella nota che annuncia il lancio dell'offerta totalitaria su Mediobanca. "Il nuovo gruppo proteggerà e favorirà lo sviluppo dei due già forti brand Mps e Mediobanca, preservandone il posizionamento e le competenze uniche e consentendo alle famiglie e alle imprese italiane di accedere a una piattaforma di servizi bancari più ampia e integrata".
I principali azionisti di Siena, che capitalizza 8,8 miliardi di euro, sono il Tesoro (11,7%), Delfin (9,9%) e Caltagirone (5%). Prendere il controllo di Mediobanca, che a Piazza Affari vale 12,7 miliardi, porterebbe a una integrazione tra una banca commerciale tradizionale e una banca d'investimento con attività nell'asset management e nel credito al consumo ma soprattutto avrebbe inevitabili ricadute sul controllo delle Generali.
Mediobanca, infatti, è il principale azionista del Leone di Trieste, con il 13% del capitale, di cui sono soci - da alcuni anni su posizioni opposte a Piazzetta Cuccia - anche Delfin (9,9%) e Caltagirone (6,9%). La holding della famiglia Del Vecchio e il gruppo dell'imprenditore romano sono anche i due principali azionisti di Mediobanca, di cui detengono, rispettivamente, il 19,8% e il 7,8% del capitale. E appare improbabile che possano non sostenere l'operazione del Monte, nel cui consiglio di amministrazione hanno fatto recentemente ingresso con propri rappresentanti.
Un'operazione su Mediobanca potrebbe rivoluzionare gli assetti finanziari del Bel Paese, spostando gli equilibri del controllo delle Generali proprio mentre il Leone è impegnato dell'integrazione con Natixis - avversata da Delfin e Caltagirone ma oggetto di attenzione anche da parte della politica - e alla vigilia dell'assemblea che in primavera dovrà rinnovare il consiglio di amministrazione della compagnia triestina, in quella che si prospetta come una riedizione dello scontro tra Mediobanca e i due suoi principali azionisti.
E' molto probabile che Piazzetta Cuccia possa bollare come ostile un'eventuale operazione non concordata di Mps e reagire organizzando una strategia diversiva per la quale potrebbe considerare - riferisce Bloomberg - diverse alternative.
L'affondo su Mediobanca della 'nuova' Mps, rilancia dal Tesoro e dall'amministratore delegato Luigi Lovaglio, arricchirebbe con un nuovo capitolo, forse il più importante, la stagione del risiko bancario, che vede attive Banco Bpm, impegnato nell'opa su Anima e a sua volta destinatario dell'offerta ostile di Unicredit.
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