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La Procura di Qusayr in Egitto ha avviato un’indagine sulla morte di un turista italiano, Gianluca Di Gioia, e ferimento di un altro, nella regione di Marsa Alam, per determinare le cause e le circostanze di un attacco di squali contro i turisti avvenuti ieri nel Mar Rosso.
Secondo i media egiziani, le indagini preliminari hanno rivelato che l’incidente è avvenuto in acque profonde fuori dalla zona balneare a nord di Marsa Alam. Le indagini hanno inoltre confermato che lo squalo che ha attaccato i turisti era uno squalo tigre, lungo 2,5 metri, ed è una delle specie che il Ministero dell’Ambiente egiziano ha messo sotto sorveglianza e monitoraggio satellitare lo scorso anno a seguito di un incidente simile, e che i due turisti sono entrati in acque profonde, una zona in cui non è consentito nuotare.
Turista italiano ucciso da uno squalo al largo di Marsa Alam: tragedia nel Mar Rosso
Da parte sua, Yasmine Fouad, ministra egiziana dell’Ambiente, ha confermato che la zona dell’incidente è stata chiusa e che è stato vietato nuotare nella zona dei ponteggi per due giorni a partire da oggi, annunciando la formazione di un comitato urgente, in coordinamento con il Governatorato del Mar Rosso e le autorità interessate, per scoprire le cause dell’incidente. Intanto come riporta ilSecolo d'Italia, sui social, in una pagina specializzata su immersioni e su cui scrivono esperti di queste esperienze è arrivata una testimonianza particolare: "Ciao ….., davvero, questa tragedia è successa 30 km a nord di Marsa Alam. C’è una punta lì, in un posto che si chiama Herms. Questo albergo che si chiama Herms ha una grande pontile, da cui partono tutti i motoscafi per andare a Elphinstone. Questa punta è tra la riva di Elphinstone e un posto chiamato Shagra. Lì c’è tanta gente che sembra vada a pescare. Buttano sangue e pesce per attirare prede…". Potrebbe essere questo il motivo dell'attacco?