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Dal Cairo 'segnali positivi' per la tregua a Gaza

3 ore fa 1
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       "Segnali positivi" arrivano dal Cairo sulla tenuta della tregua a Gaza. Secondo un funzionario egiziano a conoscenza del dossier le due parti sarebbero vicine a un accordo: Israele si è impegnato a fornire più tende, rifugi e attrezzature pesanti, mentre un funzionario di Hamas, Mahmoud Merdawi, ha appunto parlato di "segnali positivi" per il rilascio del sesto gruppo ostaggi sabato (che dovrebbero essere 3).

     Anche se, ha aggiunto, la fazione palestinese non ha ancora ricevuto le garanzie da Israele in merito alla consegna degli aiuti umanitari. .

     Hamas aveva informato in una nota che la sua delegazione guidata da Khalil al-Hayya si trova al Cairo per discutere l'attuazione dell'accordo di cessate il fuoco e di rilascio degli ostaggi con Israele.  

     I mediatori del Qatar e dell'Egitto stanno "lavorando intensamente" per risolvere la crisi che si è aperta sull'accordo di cessate il fuoco a Gaza, ha detto all'AFP una fonte palestinese, dopo che Israele ha minacciato di riprendere i combattimenti se Hamas non libererà gli ostaggi entro il fine settimana.

   "I mediatori del Qatar e dell'Egitto sono in contatto con la parte americana... Stanno lavorando intensamente per risolvere la crisi e costringere Israele ad attuare il protocollo umanitario dell'accordo di cessate il fuoco e ad avviare i negoziati per la seconda fase", ha detto la fonte, a condizione di anonimato, poiché non era autorizzata a parlare pubblicamente del cessate il fuoco a Gaza.

    Hamas ha anche ringraziato la Giordania e l'Egitto per respingere lo "spostamento" della popolazione di Gaza, come proposto dal presidente americano Donald Trump. Hamas "apprezza le posizioni dei nostri fratelli in Giordania e in Egitto che rifiutano lo spostamento del nostro popolo e lavorano a un piano arabo per ricostruire Gaza senza spostare i suoi abitanti", ha dichiarato Hamas in un comunicato.

    La Giordania e l'Egitto, quando Trump ha suggerito di spostare quei 2,4 milioni di abitanti di Gaza, hanno espresso la loro opposizione a questa proposta. 

    Hamas ha affermato che non accetterà minacce da parte di Stati Uniti e Israele sul cessate il fuoco a Gaza. "La nostra posizione è chiara e non accetteremo il linguaggio delle minacce americane e israeliane", ha affermato il portavoce di Hamas Hazem Qassem in una dichiarazione citata da Al Jazeera online, in cui si afferma inoltre che "Israele deve impegnarsi a implementare i termini dell'accordo di cessate il fuoco per il rilascio" dei prigionieri.

     Da parte sua, Israele ha mantenuto l'ultimatum lanciato ieri dal premier Netanyahu. "Se Hamas ferma il rilascio degli ostaggi, allora non c'è accordo e ci sarà la guerra": lo ha detto il ministro della Difesa israeliano Israel Katz in una visita al centro di comando dell'Idf.

    E la ripresa dei combattimenti, ha avvertito, "sarà diversa nell'intensità rispetto a prima del cessate il fuoco e non finiremo senza la sconfitta di Hamas e il rilascio di tutti gli ostaggi". Questa nuova guerra, ha aggiunto "consentirà anche la realizzazione della visione del presidente degli Stati Uniti Trump per Gaza". 

Jihad islamica: 'Il destino degli ostaggi dipende da Netanyahu'

    L'ala armata del gruppo militante palestinese Jihad islamica , che tiene in ostaggio cittadini israeliani dal 7 ottobre 2023, ha affermato che la sorte degli ostaggi è legata alle azioni del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu: lo riportano i media internazionali. "L'unico modo per recuperare gli ostaggi e ripristinare la stabilità è attraverso uno scambio", ha affermato il portavoce del gruppo su Telegram. 

Rubio: 'Non lasceremo che Hamas si ricostruisca grazie alla tregua'

     Per il segretario di Stato americano, Marco Rubio, non si può permettere a Hamas di ricostruirsi approfittando della tregua con Israele.

     "La sfida in questo caso è in parte che Hamas continua ad usare le sue reti per introdurre col contrabbando le armi e gli aiuti per sé, per ricostruirsi. Israele non può permettere che questo accada", ha dichiarato Rubio in un'intervista all'emittente americana NewsNation, ripresa dal Times of Israel in quella che sembra una lancia spezzata in favore della ripresa della guerra a Gaza minacciata dal premier israeliano Benyamin Netanyahu e dal presidente Usa, Donald Trump. 

    "Israele non può permettere che ciò accada. Non si può consentire a Hamas di usare il cessate il fuoco per ricostruirsi e recuperare le forze", ha continuato Rubio, aggiungendo: "È un cessate il fuoco, ma non è un cessate il fuoco stupido". Hamas negli ultimi giorni ha minacciato di non rilasciare i prossimi tre ostaggi destinati a essere liberati sabato, sostenendo che Israele ha violato il cessate il fuoco limitando il flusso di aiuti, un'affermazione respinta da Gerusalemme. Ma secondo Rubio, "non si può credere a nulla di ciò che dice Hamas".

     Da parte sua, il portavoce del ministero degli Esteri tedesco Sebastian Fischer ha detto che "il nostro appello e la nostra richiesta ad Hamas è di attenersi all'accordo e di consegnare gli altri tre prigionieri nel weekend", esprimendo preoccupazione per il rischio che questa non venga rispettata.

    "La tregua è un grande successo e va stabilizzata, per arrivare a una soluzione di medio periodo", ha aggiunto. Incalzato dalle domande, Fischer ha sottolineato che entrambe le parti debbano attenersi all'intesa. 

'Sisi non andrà negli Usa se in agenda c'è il piano Trump'

     Il presidente egiziano Abdel-Fattah al Sisi non andrà a Washington per incontrare Donald Trump se l'agenda dei colloqui includerà il piano Usa di sfollare i palestinesi da Gaza: lo hanno fatto sapere due fonti di sicurezza del Cairo, secondo quanto riportano i media israeliani.

     Trump aveva invitato Sisi durante una telefonata lo scorso primo febbraio, ma ancora non era stata programmata una data del faccia a faccia. Ieri il governo egiziano ha annunciato di voler presentare un programma organico per la ricostruzione della Striscia che "garantisca i palestinesi rimangano nella loro terra".

Kallas: 'Il piano di Trump su Gaza è illegale, parliamo di pace' 

      "E' chiaro che le persone non possono essere cacciate via con la forza e che Gaza è parte integrande del futuro Stato palestinese, ogni acquisizione di territorio sarebbe illegale". Lo ha detto l'alto rappresentante Ue Kaja Kallas nel corso di un'intervista con la European Newsroom, di cui l'ANSA fa parte, commentando il piano Trump di trasformare la Striscia nella riviera del Medio Oriente.

     "Il cessate il fuoco era una cosa, ora dobbiamo costruire una pace sostenibile Quindi qui si pone la grande questione della governance di Gaza, come fornire i servizi al popolo palestinese visto che sono stati bloccati da Israele. E quali sono le soluzioni? Ho davvero insistito sul fatto che l'Europa deve essere intorno a quel tavolo perché noi siamo i maggiori sostenitori e donatori", ha detto.

    "Penso che sia anche nell'interesse degli attori regionali che l'Europa si sieda al tavolo per discutere di come sia la governance di Gaza, perché questo è uno degli elementi chiave per una pace sostenibile. È anche chiaro che Gaza non deve mai più diventare un rifugio per i terroristi". 

Cina e Lega Araba respingono il piano Trump per Gaza

      Spostare i palestinesi dai loro territori della Striscia di Gaza e della Cisgiordania è "inaccettabile", ha affermato mercoledì il segretario generale della Lega Araba, Ahmed Aboul Gheit.

    "È inaccettabile per il mondo arabo che ha combattuto questa idea per 100 anni", ha affermato Gheit al World Governments Summit di Dubai, quando gli è stato chiesto del piano di Donald Trump di spostare gli abitanti di Gaza.

     Gaza "appartiene ai palestinesi" e la Cina si oppone alla riallocazione "forzata". E' quanto ha ribadito il portavoce del ministero degli Esteri Guo Jiakun, in merito all'insistente proposta del presidente Trump di fare della Striscia di terra una 'Riviera del Medio Oriente', trasferendo altrove gli abitanti di Gaza. "Gaza appartiene ai palestinesi ed è parte integrante del territorio palestinese. Ci opponiamo allo spostamento forzato della popolazione di Gaza", ha detto Guo Jiakun, nel corso del briefing quotidiano.

Macron sul piano Trump: 'Gaza non è una terra vuota'

        "Gaza non è una terra vuota, è un territorio in cui vivono due milioni di persone. Non si può dire a due milioni di persone: ok, adesso sapete che c'è? Vi dovete spostare": è una delle affermazioni durante un'intervista del presidente francese, Emmanuel Macron, all'emittente americana Cnn, rispondendo a una domanda sul piano di Donald Trump per Gaza.

    Per il capo dell'Eliseo, che non aveva ancora reagito al piano del nuovo presidente francese per Gaza, la soluzione per il territorio devastato da 15 mesi di guerra dev'essere "politica" e non "immobiliare".

    Un progetto "efficace" per risollevare il territorio abitato da milioni di palestinesi "non significa automaticamente mancare di rispetto alla popolazione palestinese - ha aggiunto Macron - e allo stesso tempo alla Giordania e all'Egitto". Il presidente francese ha inoltre ribadito il suo "disaccordo" con il primo ministro israeliano, Benyamin Netanyahou:

    "Ancora una volta - ha sottolineato - dichiaro che non credo che un'operazione così massiccia, che abbia nel mirino dei civili, sia la risposta giusta". 

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