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Dal Molise a San Pietro, la campana del Giubileo

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Alta un metro, 200 chili di peso, un metro e mezzo di diametro, interamente di bronzo, risponde alla nota musicale del Re: è la campana ufficiale del Giubileo 2025, fusa dalla storia pontificia fonderia Marinelli di Agnone, in provincia di Isernia, insieme ad altre quattro campane.

Ne racconta la storia, con orgoglio, Gabriella Marinelli, una delle proprietarie della fucina molisana: "E' nata proprio qui - racconta all'ANSA - il 15 dicembre del 2023 con un rito millenario svolto alla presenza di monsignor Rino Fisichella che ha benedetto il bronzo fuso. E' davvero emozionante, mentre il bronzo vivo, liquido scende nella fossa di fusione si invoca la Madonna, si dice: 'Santa Maria'. In genere siamo solo una decina di persone, ma per la Campana del Giubileo 2025 eravamo tantissimi". E quel momento è ancora impresso nei suoi occhi mentre lo racconta a distanza di un anno.

Poi descrive la campana: "Ha il logo del Giubileo, le quattro figure stilizzate, abbracciate a una Croce che si trasforma in un'ancora e sotto ci sono le onde del mare a rappresentare la vita che poi trova un sbocco nella fede e nella speranza". Ma oltre al logo c'è altro: "Abbiamo voluto mettere quattro angeli ai lati della campana a protezione del mondo, per trattenere i venti perché non soffino sulla terra e sul mare. Gli angeli stilizzati si ispirano all'affresco del Cimabue conservato nella basilica superiore di Assisi. Su quest'altro lato c'è la porta santa con Papa Francesco. Sotto anche lo stemma con il motto del Pontefice 'Miserando atque eligendo'".

Le decorazioni sono della scultrice Paola Marinelli. La campana è partita da Agnone il 19 ottobre e non è la sola sola ad arrivare a San Pietro: con lei altre quattro campane e un carillon di campane per l'apertura della porta santa con un concerto eseguito dai maestri campanari di Agnone, tra cui Giulio Costanzo. Poi sarà donata a Papa Francesco. Anche per il Giubileo del 2000 la fusione della grande campana avvenne ad Agnone. "Se ne occupò il patriarca della campane Pasquale Marinelli, insieme ai nipoti Armando e Pasquale - ricorda Gabriella -. Ha suonato i primi rintocchi del 2000 e ora si trova ai giardini Vaticani". Ora è collocata nel viale dedicato a Papa Pio XI che ha concesso il riconoscimento di pontificia fonderia alla fucina Marinelli, un episodio che accadeva 100 anni fa. Sulle pareti, delle stanze, del museo delle campane Marinelli ci sono fotografie e documenti incorniciati che raccontano la sua lunga storia. La fonderia esiste, infatti, dall'anno Mille ed è certificata come proprietà dei Marinelli dal 1300. Ha cambiato sede una sola volta, fino al 1950 era nel centro storico di Agnone nelle cantine del palazzo Marinelli, ma un grande incendio distrusse tutto e portò con sé anche la vita di un operaio.

"Poi Pasquale Marinelli - ricorda Gabriella - comprò un terreno che allora era fuori dal centro abitato e costruì l'attuale stabile. Oggi il nostro museo è visitato da 30mila persone l'anno". La collezione conta ben 300 campane e 50 di esse sono catalogate digitalmente dal ministero della Cultura. "Speriamo che negli anni siano sempre di più. Siamo pronti a scrivere altre pagine di storia grazie alla passione che ci tramandiamo di generazione in generazione e che è nel nostro Dna", conclude Gabriella Marinelli.

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