TORINO. Zero gol in casa, un altro triste pareggio e una valanga di fischi. La Juventus non esce dalla crisi di risultati e di identità, visto come pareggia allo Stadium contro il Genoa e allunga il periodo buio: i sette punti nelle ultime otto partite sono una media da retrocessione, altro che da zona Champions, ma a preoccupare i bianconeri è anche l'involuzione del gioco oltre ad uno spirito spento. Neanche il ritiro ha dato la scossa sperata: la squadra di Allegri ha faticato tanto a creare, nonostante il 68% di possesso palla, e ha tirato solo due volte in porta colpendo due pali con Iling-Junior e Kean. La fortuna non è dalla parte dei bianconeri, ma a volte la fortuna va anche propiziata. Da censurare, invece, il finale di Vlahovic che si fa cacciare per proteste al 93' e senza Milik infortunato, i problemi raddoppiano invece di risolversi.
La Juve conferma il 3-5-2 tradizionale e ritrova Rabiot dopo l'infortunio, ma il francese parte dalla panchina dopo quasi tre settimane in infermeria per la lussazione dell'alluce destro, mentre il Genoa schiera un offensivo 3-4-2-1 con Gudmundsson (osservato speciale dei bianconeri) e Vitinha alle spalle di Retegui più Messias a tutta fascia sulla sinistra. In pratica Gilardino si affida a quattro attaccanti per provare a sbancare lo Stadium, ma nel primo tempo il più vicino a segnare è il difensore Bani che impegna Szczesnu al 7' con un colpo di testa. La Juve fatica a creare, gioca sotto ritmo e non vince un contrasto, rischiando al 23' sul tiro fuori di Retegui. Le occasioni migliori per i padroni di casa passano dai piedi di Gatti: al 27' la sua conclusione da fuori è facile preda di Martinez e al 32' è bravo Vasquez a salvare sul tiro a colpo sicuro. Il Genoa respira e ringrazia Vlahovic che al 44' spreca un bel contropiede sbagliando il passaggio per Chiesa.
Il secondo tempo è giocato a senso unico, visto che il Genoa abbassa l'intensità e il baricentro. Allegri dopo un quarto d'ora mette dentro Rabiot, Yildiz e Iling-Junior per McKennie, Chiesa (fischiato) e Kostic: non cambia il modulo e qualcosa in più la Juve prova a fare. Al 22' Iling-Junior prende il palo con il diagonale deviato dal portiere, mentre due minuti Vlahovic sfiora il gol con un colpo di testa fuori di un soffio su cross di Cambiaso. L'azione si ripete al 30', mentre al 45' il neoentrato Kean prende il palo e nel finale il nervosismo di Vlahovic esplode malamente: l'arbitro Giua lo ammonisce per proteste dopo un fallo sul portiere Martinez e poco dopo lo manda in anticipo negli spogliatoi per altre proteste. Finisce così, con uno 0-0 che vale una bordata di fischi per una squadra senza gioco e senza anima.