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Detenuto pluriomicida esce a gettare l'immondizia e fugge dal carcere di Barcaglione: caccia all?uomo ad Ancona

6 ore fa 1
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È caccia all'uomo dopo la fuga di Xhevdet Plaku, il detenuto albanese che ieri sera è scomparso nel nulla con un sacco dell’immondizia in mano. Plaku, 44 anni, con un passato segnato da due omicidi e una carriera da trafficante internazionale di droga, è evaso lo scorso 23 gennaio. L'uomo era stato assegnato alle attività esterne (in orari prestabiliti) del carcere di Barcaglione, in provincia di Ancora, per fare rientro nella casa circondariale, in modo tale da espiare gli ultimi due anni di pena rimasta. Era uscito alle 8.30 e sarebbe dovuto rientrare entro mezzogiorno, ma così non è stato. 

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Una condotta impeccabile per una fuga perfetta

Un curriculum da carcerato perfetto e una condotta impeccabile gli avevano permesso, tre mesi fa, di poter lavorare all'esterno del carcere senza scorta, secondo quanto previsto dall'articolo 21 dell'Ordinamento penitenziario. Una fuga che si è consumata nel silenzio di una routine quotidiana, trasformandosi in un’evasione perfetta, almeno finora. Da giovedì mattina, è scattata una vera e propria caccia all'uomo intorno al carcere di Barcaglione, con le forze dell'ordine impegnate a setacciare campi, casolari e sentieri. Eppure, al momento, non c'è traccia del detenuto. Il territorio che circonda il carcere è infatti ampio, fatto di campi, boschi e vecchi casolari abbandonati: uno scenario difficile per gli inquirenti.

Tra le principali ipotesi, quella più accreditata è che l'uomo abbia avuto un complice all'esterno del carcere, con cui avrebbe pianificato la fuga nei minimi dettagli. Forse un'auto lo avrebbe atteso nei pressi dell'istituto penale. Plaku avrebbe scelto con attenzione il momento opportuno per agire, forte della sua esperienza da latitante e di una rete di contatti pronti a intervenire al momento giusto. Sa come muoversi senza farsi notare, e questo è uno dei motivi che alimenta la preoccupazione delle forze dell'ordine.

Chi è Xhevdet Plaku

Xhevdet Plaku non è un criminale qualunque, ma una personalità nota nella malavita internazionale. La sua storia è segnata da crimini efferati e legami con il narcotraffico. Plaku ha alle spalle due omicidi: il primo risale al 2000, quando uccise a sangue freddo Sali Rapi, un connazionale, con un colpo alla testa a Borghetto Santo Spirito, nel Savonese, in un regolamento di conti tra bande criminali. Il secondo omicidio avvenne nel 2003 a Durazzo, in Albania, dove si era trasferito. Nel 2019, emerse persino un piano per assassinarlo, probabilmente legato a una vendetta per l’omicidio di Rapi. Tuttavia, l'agguato non si concretizzò. Plaku non si è limitato agli omicidi: è stato un esponente di spicco di un’organizzazione criminale dedita all’importazione di cocaina dai Paesi Bassi e dal Belgio.

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La droga veniva smistata con nomi in codice curiosamente ispirati al mondo della moda: «Hermes» per la qualità più pura e «PlayBoy» per quella meno raffinata. Arrestato in Albania nel 2010, fu estradato in Italia nel 2013, ma un errore giudiziario gli permise di far perdere le sue tracce per un periodo. L’ultimo arresto risale a qualche anno fa, per reati legati allo spaccio: stava scontando una condanna a due anni e si trovava ormai vicino al termine della pena prima di questa fuga clamorosa.

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