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Oggi, venerdì 20 dicembre, è il giorno della sentenza di primo grado del processo Open Arms. I pm hanno portato Matteo Salvini alla sbarra accusandolo di sequestro di persona. Un'accusa che come ha sottolineato più volte il leader della Lega ha dato vita a un "processo politico" che mette in discussione le scelte fatte dall'allora ministro degli Interni nel pieno delle sue funzioni e nell'interesse esclusivo della Nazione, come del resto recita la formula del giuramento da ministro della Repubblica. Qui di seguito la diretta di questa giornata dal tribunale di Palermo.
Ore 9.48 - In aula anche i pm
I rappresentanti dell’accusa sono arrivati nell’aula bunker di Pagliarelli. All’udienza del 14 settembre hanno chiesto 6 anni di carcere per il ministro Salvini. "Nell’agosto 2019 – hanno detto nel corso della requisitoria – Salvini aveva l’obbligo di rilasciare senza indugio alla nave Open Arms il place of safety, il porto sicuro, per 147 migranti soccorsi nel Canale di Sicilia. Invece, lasciandoli a bordo agì intenzionalmente e consapevolmente in spregio delle regole". I pubblici ministeri hanno consegnato ai giudici una memoria di 237 pagine per ribadire le loro accuse.
Ore 9.45 - Salvini: “Per me oggi è una bella giornata”
"Sono assolutamente orgoglioso di quello che ho fatto", ha detto il vicepremier Matteo Salvini poco prima di entrare nell’aula bunker. "Ho mantenuto le promesse fatte, ho contrastato le immigrazioni di massa e qualunque sia la sentenza, per me oggi è una bella giornata perché sono fiero di aver difeso il mio Paese. Rifarei tutto quello che ho fatto e entro in questa aula orgoglioso del mio lavoro".
Ore 9.30 - Matteo Salvini arrivato nell'aula bunker del Pagliarelli di Palermo
Il vicepremier Matteo Salvini è appena arrivato all'aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo per l'ultima udienza del processo Open Arms, in attesa della sentenza prevista per oggi. Salvini è assieme all'avvocata Giulia Bongiorno.
Ore 9.15 - Arrivato in aula Oscar Camps
In aula è arrivato Oscar Camps, il fondatore di Open Arms, la Ong spagnola che nell’estate 2019 salvò i 147 migranti poi bloccati a bordo. “Sulla Open Arms c’era un carico di umanità dolente, la nave si trovava in condizioni meteorologiche difficili - ha detto l’avvocato Arturo Salerni, in rappresentanza della Ong Open Arms - Di fronte a queste persone sguarnite di ogni difesa e ammassate nel caldo agostano, la pubblica autorità con il suo vertice, al di fuori di ogni previsione normativa, decise di privare della libertà le persone che si trovavano in quella condizione”.