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Il pubblico televisivo diminuisce a favore dei social network. Oggi la cosa a cui si fa riferimento di più in assoluto quando si parla di comunicazione è l’algoritmo. Colui che, in base a trend e studi analitici, regola ad oggi tutti i nostri dispositivi. In modo ancor più invasivo quando si fa riferimento a cultura e informazione.
Michele Santoro afferma in diretta della necessità di “stare attenti perché la televisione è sempre il maggiore produttore di contenuti. Oggi il consumo TV avviene in forma molto varia solo che si consuma a pillole. L’algoritmo ci sta abituando a questa essenzialità ma non so se questo è un percorso formativo sul grado culturale. In una partita solitamente mi godevo anche i momenti della noia, quelli che poi precedevano l’esplosione del gol.
Oggi tendiamo, soprattutto i più giovani, a consumare solo gli aspetti più eclatanti di una partita.
I media stanno condizionando il nostro cervello”.
Si parla di highlights di vita, la società preferisce davvero tutto questo? “Ci stiamo predisponendo sempre di più a un etero direzione, non possiamo arrestare il progresso ma almeno facciamo diventare multipli i centri selettivi. Non si parla mai della distruzione che abbiamo operato del centro di sperimentazione italiano all’avanguardia nel mondo.
Ci vogliamo svegliare da questo torpore? Non dico di essere antiamericani ma almeno di fare i nostri interessi. Il servizio pubblico italiano aveva un punto di vista forte”.
Inoltre, la politica ha invaso la TV pubblica, oggi più di allora: “quest’ultima ha sempre gestito il tutto ma i personaggi che gestivano per conto della politica avevano avuto un’autonomia reale rispetto alla segreteria dei partiti”, insomma nel 2024 si preferisce andare verso un’idea del ‘marketing perfetto’ anziché costruire un’idea di mondo sana e realistica.
Un Giorno Speciale | 26 novembre