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“Dissi che esistono due sessi: chiesero la mia testa”. Era solo il 2018, “iniziai a capire che non era più il tempo per chi la pensava come me”. Alberto Contri era reduce da una lunga esperienza a Pubblicità Progresso: l’addio fu spontaneo? Non troppo, andando a ricostruire i fattori che portarono l’esperienza alla sua innaturale fine.
Un commiato su cui riflettere in questi giorni, dopo la notizia che vede Meta del pentito Zuckerberg eliminare dai bagni delle sue sedi gli “assorbenti da uomo”. Il tramonto di un’ideologia che ha fatto della sensibilità verso gli altri il cavallo di Troia per imporre un’agenda talvolta davvero insensata.
“Così lasciai Pubblicità Progresso”
“La cosa più divertente e che io tra l’altro avevo fatto le spese di tutto ciò perché questo ufficio, Inclusion Diversity, è quello che mi ha fatto sparare fuori da Pubblicità Progresso. Io, come molti sanno, ho gestito per vent’anni Pubblicità Progresso, era un’associazione, l’ho trasformata in fondazione e il Presidente Napolitano ci ha onorato di una sanzione interessante. Ha sancito, non sanzione.
ha sancito che questo era un caso di eccellenza unico al mondo. Ho lavorato gratis per vent’anni mentre facevo i miei altri lavori, ho raccolto 4 milioni di euro di finanziamenti, abbiamo fatto le più belle campagne sociali, alcune delle quali premiate a livello internazionale.
Poi a un certo punto a luglio 2018, su una chiacchiera di Facebook discutendo con un amico, un conoscente pubblicitario, me ne vengo fuori dicendo che è noto che i bambini nascono da una donna. Mi sono volati addosso in tremila dicendo che ero omofobo. Dopodiché scopro che la figlia del cantante Vecchioni che è una lesbica, ma sono affari suoi, aveva messo in piedi un’associazione che si chiama Diversity Inclusion, guarda caso, la quale aveva cominciato a sbancare in tutte le aziende, facendo degli incontri e delle riunioni.
A un certo punto uno degli investitori pubblicitari più importanti mi invita alla Fondazione Feltrinelli dove c’era la presentazione di che cosa? Del festival annuale della canzone LGBT, del cantante LGBT, dello spot LGBT, del film LGBT, eccetera.
Allora, in seguito a un’altra mia improvvida uscita sull’atteggiamento che assumevano in giuria a Ballando con le stelle e sulla presenza sempre più folta di omosessuali negli show televisivi, le più importanti associazioni dell’agenzia di pubblicità Sky e Discovery, si sono precipitati dal Presidente dell’Upa, che è solo l’associazione degli investitori, per chiedere immediatamente le mie dimissioni.
Allora, giustamente, siccome il Presidente di allora era una persona ultra perbene mi disse: “Io non gli posso dare la tua testa sulla pubblica piazza, come si può fare?” Dico “guarda, io avrei diritto a stare qui ancora due anni”, perché erano mandati quinquennali, “però ho capito che non è più aria per chi la pensa come me”.
E a certo punto darò io le dimissioni il primo di aprile dell’anno dopo, dove presentai il bilancio, perché erano esattamente 20 anni. Mi sono affittato il piccolo teatro di Milano a spese mie, ho fatto venire tutti i creativi con cui avevamo fatto queste campagne, tutti quanti.
È stata un’uscita sugli scudi, però me ne sono andato via io. Ma in realtà me ne sono dovuto andare, perché avevo detto che i figli nascono da un uomo e da una donna”.
Guarda l’intervento VIDEO | Un Giorno Speciale, 15 gennaio 2025