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Donna e figlio rapiti dall'ex in Trentino: Ardair Tari voleva ucciderli. Il piano studiato per 2 mesi: «Avrebbero fatto la fine di Giulia Cecchettin»

6 mesi fa 9
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 «Avrebbero fatto la fine di Giulia Cecchettin»

Una forbice temporale di due mesi e un giorno, tra l’1 maggio e il 5 luglio. Tra la scarcerazione dal penitenziario trevigiano di Santa Bona e il sequestro a Borgoricco della sua ex amante e del figlio di lei, portati in una folle fuga verso nord fino a Grigno, in Trentino, con il coltello puntato alla gola di lei e la minaccia detta anche al marito della donna, che se avesse chiamato i carabinieri, tutti avrebbero fatto «la fine di Giulia Cecchettin». È quindi in quei 66 giorni che i carabinieri del nucleo Investigativo di Padova stanno guardando per scoprire - attraverso il suo pc e cellulare - come Ardair Tari, 33enne parrucchiere albanese residente a Silea, abbia seguito la sua ex amante e il marito una volta uscito dal carcere, progettando di vendicarsi per la fine di una storia che gli era costata anche la condanna a 1 anno e 8 mesi e un divieto di avvicinamento alla vittima per i prossimi 8 anni. Ad aprile la Corte d’Appello di Venezia aveva tramutato quella condanna alla detenzione in lavori di pubblica utilità - per effetto della legge Cartabia - e lo aveva liberato intimandogli di stare alla larga dalla donna. E lui - almeno in apparenza - aveva rispettato la prescrizione. Fino a venerdì mattina quando aveva deciso di realizzare una strage uccidendo la donna, il figlio e il marito (convocato a Grigno) per poi togliersi lui stesso la vita: in macchina i carabinieri hanno trovato una mazza da baseball e delle fascette nere da idraulico per immobilizzare le vittime. E in mano, Tari, aveva un coltello.

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