Duecento euro a notte, musica e infusi. Così funziona il weekend con il santone/Alex, il giallo delle tre ore di vuoto

Le regole d'ingaggio sono semplici. Nell’invito ricevuto da Alex Marangon e dagli altri iscritti alla chat dedicata ai rituali spirituali il luogo preciso non è indicato, ma descritto come «davvero speciale e protetto». Massimo venti persone. Costa 230 euro una notte, se sono due c’è lo sconto e fanno 400.

Se mai si è sentito parlare di curanderi e decotti allucinogeni è difficile decifrare le informazioni che stanno dentro a un messaggio decorato dagli emoticons, come quelli di un compleanno. Per invece chi conosce o è anche solo incuriosito dal mondo dei rituali sciamanici, basta il nome del ritiro - Sol de Putumayo - per capire di che si tratta: Putumayo è una regione della Colombia famosa per i suoi curanderi, sciamani che conoscono la potenza delle erbe della foresta amazzonica e la usano per far provare a chi si mette nelle loro mani esperienze di guarigione, meditazione, esplorazione dei confini tra corpo e mente. Esperienze allucinogene e psichedeliche. L’ospite d’onore “del rituale di cura con la forza della foresta” è il curadero colombiano Jhonni Benavides. Per iscriversi basta mandare un messaggio, in privato, a Zu e Tati. Loro sono tra gli organizzatori, loro hanno pensato alla musica.

Zu è il soprannome di Andrea Gorgi Zuin, Tati quello della compagna, nella vita e nel lavoro, Tatiana Marchetto. Sono entrambi musicisti, esperti in canti sciamanici. Zu è l'ideatore del ZuMusicProject. Il sito online è raggiungibile, ma restano Facebook e il canale di You Tube con centinaia filmati e post che raccontano la loro esperienza nel campo delle frequenze sacre, musica creata per accompagnare momenti di introspezione o meditazione alla frequenza di 432 hertz, quella della vibrazione dell’universo. Luogo riservato, sciamano d’importazione, erbe, musica giusta e venti persone disposte a seguire il ritmo, le indicazioni e le cure di una religione antica. Venti persone più o meno esperte e più o meno consapevoli di cosa potrà accadere rispondendo a un invito che pare quello di una festicciola tra amici.