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«Tutta la mia vita è stata un azzardo e cantare allo stadio di San Siro lo sarà; le sfide mi piacciono, le cerco, le affronto e se posso le vinco. Lo show sarà come piace a me, grandiosità nel termine più puro della parola. Prima dell’8 giugno c’è Sanremo, un festival che sarà il “più Sanremo” di tutti quelli che ho fatto. Amo molto la mia canzone Dimenticarsi alle 7 perché racconta due lati di me e sentirete l’album che uscirà dove funky, soul e r’n’b scateneranno un’Elodie mai sentita».
Elodie Patrizi è un fiume di parole. Incontrarla per parlare di un 2024, per lei magico e di un futuro che dovrebbe consacrarla definitivamente tra le stelle del nostro pop, svela una personalità complessa. «A volte sono inutilmente drammatica – dice – a volte amo che la disperazione mi faccia da vestaglia. Disperata, ma chic».
Protagonista di due film fra poco nelle sale, Fuori di Mario Martone con Valeria Golino e Matilde de Angelis e Performance di Lucio Pellegrini con Adriano Giannini ed Eduardo Scarpetta, Elodie rivela di dover dire grazie al cinema perché: «Non leggo molto e fare cinema aiuta ad avvicinarmi alla cultura e come per il thriller di Pellegrino, mi dà la possibilità di sperimentare altre forme di me stessa. Ho tante sfaccettature e spesso mi chiedo come sarebbe se indossassi la vita di un altro.
So che scatenerò battute ma sono una donna un po’ storta, anche nel modo di muovermi a volte goffo. Sia chiaro, sono conscia della mia fisicità, amo il nudo e amo il mio corpo; non a caso ho accettato di prendere parte al Calendario Pirelli dell’anno prossimo. Spesso però mostro un’Elodie stereotipata. Nel cinema invece si può sbagliare e va bene, mentre nella musica no e per me che sono una perfezionista, è un tema che riguarda la costruzione del mio io».
E se potesse decidere, che vita vorrebbe indossare a favore di cinepresa? «Facile, un’assassina, un’antagonista, una persona diversa da me».
Tornando alla musica le prevendite dello show di San Siro pare stiano marciando lentamente. «Se non farò sold out me ne farò una ragione, fino a pochi anni fa cantavo in locali da 1000 persone e l’anno prossimo sarò San Siro e al Maradona di Napoli quattro giorni dopo. Diciamo che va bene così».
Un disco con Tiziano Ferro, «che spero sia in Italia per uno dei due spettacoli così me lo porto sul palco dove verranno tanti amici», due film in uscita, il calendario Pirelli, doppiatrice per uno dei personaggi del nuovo film Disney, Mufasa, ma anche ambasciatrice di Save The Children con un progetto che riguarda una scuola del quartiere Quartaccio da dove proviene.
«Non mi pongo il problema di creare confusione nel pubblico perché faccio troppe cose, voglio fare tutto e non limitarmi. Finché c’è energia vado avanti, amo la vita così. La solidarietà verso i bambini e chi vive in uno strato sociale che conosco bene, perché ci sono nata, è un mio dovere. Tra un film, un concerto, un festival o un servizio fotografico devo trovare spazio anche per chi, in questa società, rischia di essere e rimanere invisibile alle istituzioni».