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È morto il 26 agosto scorso a 76 anni dopo la battaglia contro un tumore al pancreas. Ex allenatore di Lazio, Roma, Inghilterra, Sven Goran Eriksson, ha lasciato ai suoi eredi milioni di euro di debiti. I figli adesso sono costretti a provvedere al danno del padre. E la vendita della villa sul lago, sembra non bastare.
La frode
Responsabile del danno sembrerebbe essere Samir Khan, un amico che si occupava della gestione delle sue finanze nei primi anni del duemila. Khan, entrato nella vita di Eriksson nel 2004, aveva assunto il controllo dei suoi investimenti tre anni più tardi. Nel 2009, l’ex allenatore scoprì l’inganno: il consulente aveva usato il denaro sottratto per finanziare uno stile di vita lussuoso per sé e la sua famiglia, trasferendosi a Barbados. La denuncia sporta da Eriksson non ebbe però l’esito sperato, perché Khan dichiarò bancarotta, rendendosi formalmente impossibilitato a risarcire i danni. Nel 2007 Eriksson aveva rilasciato una dichiarazione che, alla luce dei fatti, chiarisce in parte la situazione: «Non ho mai odiato nessuno nella mia vita. Non credo di avere molti nemici, ma odio Samir Khan perché non puoi trattare le persone come ha fatto lui. Probabilmente è l’unica persona sulla Terra che odio. Mi sento deluso e arrabbiato perché mi sono fidato di quest’uomo per molti, molti anni. Gli ho dato troppa libertà».
Nel 2007, Eriksson aveva licenziato Khan.
Il debito
Ora tocca ai figli farsi carico del grosso problema. Hanno già provveduto a saldare una parte del debito vendendo la villa privata in Svezia che affaccia direttamente sul lago. Il guadagno della vendita corrisponde, però, ad una cifra non ancora sufficiente per saldare il debito. Della cifra totale, 8,7 milioni spettano solo all'Agenzia dell'Entrate.