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Escursionisti dispersi sul Gran Sasso da quasi 72 ore: ma quanto si può resistere sottozero e in quelle condizioni?

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È una corsa contro il tempo per riuscire a salvare Luca Perazzini, 42 anni, e Cristian Gualdi, di 48 anni, amici di Santarcangelo di Romagna, i due escursionisti dispersi sul Gran Sasso dalle 19 di domenica scorsa. Dei due si sono perse le tracce dopo l'ultima richiesta di soccorso da parte di uno dei due. Con voce balbettante, probabilmente già per effetto di un principio di ipotermia, l'uomo ha raccontato di essere scivolato in un vallone assieme all'altro compagno mentre, a quota 2.700 metri, avevano appena iniziato la discesa verso il rifugio Duca D'Aosta, dal quale erano partiti domenica mattina per raggiungere la vetta più alta del Gran Sasso, a oltre 2.900 metri di quota.

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Ma quanto si può sopravvivere sottozero e a quelle temperature?

La sopravvivenza in condizioni di temperatura sottozero è una sfida estrema per il corpo umano. Le temperature rigide non solo influiscono sul comfort, ma possono anche avere gravi conseguenze sulla salute, mettendo a rischio la vita se non vengono adottate le precauzioni appropriate. Tuttavia, la resistenza all’ambiente freddo dipende da vari fattori, tra cui la temperatura esatta, la durata dell'esposizione, le condizioni fisiche della persona e le risorse disponibili.

L’effetto del freddo sul corpo umano

Quando la temperatura scende sottozero, il corpo umano inizia a rispondere con una serie di meccanismi fisiologici per mantenere la sua temperatura interna stabile, che è intorno ai 37°C. La prima reazione è la vasocostrizione, un processo che restringe i vasi sanguigni per ridurre la perdita di calore dalle estremità (mani, piedi, orecchie e naso). Sebbene questo meccanismo possa ritardare l'ipotermia (abbassamento pericoloso della temperatura corporea), l’esposizione prolungata al freddo può provocare danni ai tessuti, come congelamento o frostbite, che può compromettere definitivamente le funzioni delle estremità.

Oltre alla vasocostrizione, il corpo tenta di generare calore attraverso brividi involontari. Tuttavia, se la temperatura esterna continua a scendere o l’esposizione dura troppo a lungo, il corpo non è più in grado di mantenere una temperatura stabile e l’ipotermia può insorgere.

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Ipertermia vs Ipotermia

L’ipotermia si verifica quando la temperatura corporea scende al di sotto dei 35°C. Questo è un processo pericoloso che può portare alla perdita di coscienza, danni agli organi vitali e, se non trattato, alla morte. Un altro rischio grave derivante dal freddo è il congelamento (frostbite), che si verifica quando i tessuti corporei, specialmente quelli delle estremità, si congelano. Le aree più vulnerabili sono le dita di mani e piedi, le orecchie e il naso.

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La congelazione inizia a manifestarsi con intorpidimento e perdita di sensibilità nelle zone colpite, seguite da un colore pallido o bluastro. Se non trattata, la parte congelata può subire danni permanenti.

Durata dell’esposizione e temperatura critica

La capacità di sopravvivere a temperature sottozero dipende anche dalla durata dell’esposizione. In condizioni di freddo intenso, anche esposizioni relativamente brevi possono essere fatali senza protezione adeguata.

Temperature da -1°C a -5°C: In queste condizioni, una persona che non è vestita adeguatamente o che non ha accesso a riparo può iniziare a subire effetti significativi dopo diverse ore, a seconda dell'umidità e del vento. Il wind chill (indice di raffreddamento da vento) può far percepire la temperatura come molto più bassa, aumentando il rischio di ipotermia e congelamento.

Temperature da -10°C a -20°C: In queste condizioni, la sopravvivenza diventa sempre più difficile. Le persone senza giacche termiche, guanti, cappelli e stivali adeguati rischiano danni alle estremità e al sistema cardiocircolatorio dopo pochi minuti di esposizione.

Temperature inferiori a -30°C: A temperature estremamente basse, anche esposizioni brevi, di 30-60 minuti, possono risultare fatali. L’ipotermia progredisce rapidamente, e senza protezione termica, il corpo umano non è in grado di mantenere la propria temperatura interna.

Strategie di sopravvivenza sottozero

Se ci si trova a dover affrontare temperature sottozero, esistono alcune strategie di sopravvivenza che possono fare la differenza:

Abbigliamento adeguato: Indossare più strati di vestiti è fondamentale per trattenere il calore corporeo. Gli strati più vicini alla pelle dovrebbero essere in materiali traspiranti e che asciugano rapidamente, come la lana merino o i materiali sintetici. I vestiti esterni dovrebbero essere resistenti al vento e impermeabili.

Riparo e isolamento: Trovare o costruire un riparo è essenziale. Un rifugio che protegga dal vento e dall’umidità, anche una semplice tenda o una struttura improvvisata, può fare la differenza. Inoltre, è utile utilizzare materiali come rami, foglie o neve stessa per isolarsi dal suolo.

Alimentazione e idratazione: Il corpo consuma molta energia per mantenere la temperatura corporea in condizioni di freddo estremo. Mangiare cibi ad alto contenuto calorico (come noci, carne secca, cioccolato) e mantenere un’adeguata idratazione sono passi fondamentali per sopravvivere.

Evita il congelamento: Proteggi le estremità (mani, piedi, orecchie, naso) con guanti, calzini spessi, scarponi isolati e cappelli. Inoltre, è importante non strofinare o cercare di riscaldare rapidamente le zone congelate, poiché ciò può causare danni ai tessuti.

Conclusioni

Sopravvivere sottozero dipende da una combinazione di fattori, come la preparazione, l'adattamento fisico, la durata dell’esposizione e l’ambiente circostante. Mentre il corpo umano è in grado di resistere per brevi periodi in condizioni di freddo estremo, è fondamentale avere il giusto equipaggiamento, trovare riparo e nutrirsi adeguatamente per massimizzare le probabilità di sopravvivenza. Senza queste precauzioni, il rischio di ipotermia e congelamento aumenta notevolmente, riducendo drasticamente il tempo che una persona può sopravvivere a temperature sottozero.

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