«Ora i voti in Commissione cultura trovateli da solo». E ancora: «Passo al gruppo misto». Da Catania, culla della destra missina, potrebbe partire il terremoto che spezza l’incanto della Generazione Atreju. Quelle parole, infatti, indirizzate al questa volta incolpevole ministro Alessandro Giuli, sono firmate dall’ex capogruppo vicario di FdI alla Camera Manlio Messina. “Scherzose” giura lui a chi gliene chiede conto, al limite dettate da un po’ di delusione. Il deputato, del resto, è stato di recente sollevato dall’incarico di responsabile del partito per la Sicilia occidentale con una lettera firmata da Giorgia Meloni. A scatenarne l’ira dopo il passo indietro imposto a seguito di una lunga faida con Giovanni Donzelli, è stato però il fatto che questo weekend, assieme agli altri parlamentari meloniani a lui vicini, non è stato informato della visita che il ministro ha compiuto a Catania.

Da lì, le dichiarazioni “scherzose” che hanno però fatto scattare l’allarme rosso in Fratelli d’Italia. Nel pomeriggio infatti, a via della Scrofa si sono riuniti i colonnelli del partito. Ufficialmente per fare il punto sulle amministrative che si terranno il prossimo 11 maggio (la conferma dovrebbe arrivare da un Cdm che si terrà in settimana). Al tavolo con Arianna Meloni, Francesco Lollobrigida, Donzelli e Luca Ciriani stavolta c’era Luca Sbardella. Deputato di lungo corso che ha appena preso il posto del “lolliano” Messina, commissariando il partito che sull’isola è da sempre diviso in almeno due correnti: la prima, catanese appunto, e una seconda palermitana oggi capeggiata dalla deputata Carolina Varchi.

A segnare la “caduta” di Messina – un tempo addirittura falsamente accusato da Fabrizio Corona di essere stato amante della premier – sarebbe stata in primis il nuovo profilo più defilato di Lollobrigida e poi un scontro durissimo con Donzelli. Il responsabile nazionale dell’organizzazione del partito, come rivelato dal Fatto Quotidiano, contestava a Messina la gestione non proprio limpida dei fondi regionali compiuta dal deputato dell’Ars Carlo Auteri (FdI). Una miccia da cui ora, battute a parte, potrebbe aprirsi la prima crepa nella generazione politica che ha portato Meloni a Palazzo Chigi.
