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Il solito pranzo natalizio. Questa volta, però, la serenità e la consapevolezza di aver fatto un buon lavoro rendono l’atmosfera ancora più rilassata. A 24 mesi dal suo insediamento ai vertici della gestione sportiva Ferrari, Frédéric Vasseur ha avuto il tempo di farsi conoscere come realmente è. Era stato preceduto da una fama, forse un po’ esagerata, di duro. Ingegnere e manager di talento, ma pronto a spianare tutto con la ruspa per raggiungere i suoi obiettivi che, nelle formule minori, sono stati tutti i trofei più prestigiosi con rampolli poi diventati magici in F1.
In questi due anni al volante della Scuderia più prestigiosa e vincente di tutti i tempi, il francese si è fatto apprezzare per la sua estrema disponibilità, sempre pronto ad imbracciare il microfono con la stessa pacatezza sia in caso di vittoria che di cocente sconfitta. Ha lavorato anche nell’ombra per ridisegnare la squadra secondo le sue teorie, è riuscito ad indirizzare i tecnici per migliorare gli aspetti fondamentali della monoposto, ha gestito i piloti alla grande, nonostante le difficoltà di schierare due cavallini purosangue, uno dei quali era stato appiedato prima ancora di cominciare la stagione.
Alla vigilia del terzo anno tutta l’attenzione dei media è concentrata sui giorni che verranno, ci sarà da scrivere pagine epiche di una storia che proprio la fantasia e l’ostinazione di Fred hanno reso possibile: lo sbarco nelle Motor Valley, la terra dei motori, per eccellenza, del campione con la bacheca più zeppa di coppe di tutto in Circus nei suoi 75 anni di emozioni. Se Hamilton ha deciso di lasciare Stoccarda e i motori tedeschi con cui ha corso i quasi vent’anni di carriera in F1, il merito è in gran parte del francese. Lo ha avvicinato. Ci ha parlato a lungo.
Alla fine l’ha convinto. Ed ora non vede l’ora che il nuovo matrimonio inizi perché se l’Imperatore vincesse il suo ottavo titolo, riportando il titolo a Maranello dopo quasi vent’anni, sarebbe l’apoteosi.
«Non mi preoccupo minimamente che Lewis non sia competitivo - spiega Vasseur con gli occhi che gli ridono - conosco quel ragazzo da quando era poco più di un bambino e so bene quanto vale. Anche quest’anno ha dimostrato che, quando c’è l’occasione, sa essere ancora infallibile». Il baronetto punterà al bottino grosso, ma non è solo per quel motivo che il TP lo ha voluto alla sua corte. Un tipo così può essere determinante anche dietro le quinte, fa squadra, motiva e spinge tutti in una direzione unica per dare il massimo: «Lewis è un archivio d’esperienza vivente, ha trionfato in oltre cento gran premi. La sue esperienza non ha eguali ed anche la mentalità vincente è un bene molto prezioso».
Insomma, l’era Hamilton a Maranello sta per iniziare ed, anche se non sarà lunga, Fred è convinto che sia gloriosa. Il britannico sarà sicuramente in tuta rossa il 18 febbraio a Londra quando ci sarà la presentazione collettiva di tutta la F1. «Non perderemo tempo - continua Frédéric - il giorno successivo sveleremo a Maranello la nostra vettura per il 2025». La conclusione è sulla stagione passata che ha visto il team lottare fino in fondo per il Mondiale Costruttori: «Abbiamo fatto progressi consistenti sotto tutti gli aspetti. Non è bastato per raggiungere gli obiettivi a cui la Ferrari deve ambire, ma la stagione è stata molto solida. Abbiamo reagito bene alla difficoltà estive ed anche questo è un punto di cui essere orgogliosi».