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Fisco, in arrivo un’altra sanatoria: ecco di cosa si tratta e chi potrà usufruirne

9 mesi fa 9
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La strategia del cosiddetto "fisco amico" partorisce un'altra sanatoria: la numero 19 dall'insediamento del governo Meloni. Il decreto Semplificazioni concede altri due mesi di tempo per pagare (slittamento dal 31 marzo al 31 maggio) a chi ha commesso qualche errore nelle dichiarazioni dei redditi e vuole mettersi in regola attraverso l'istituto (introdotto due anni fa) del Ravvedimento operoso speciale che consente di rientrare nella legalità tributaria versando una cifra molto contenuta (importo, interessi e sanzioni sono ridotte a 1/18 del minimo).

Il meccanismo vale per il periodo d'imposta 2022 (quindi le dichiarazioni del 2023) e l'incasso stimato nel 2024, si legge nella relazione tecnica della legge di Bilancio è di 40,4 milioni. Il versamento può avvenire in un’unica soluzione o a rate, con scadenza dell’unica rata, ovvero della prima, entro il 31 maggio, pena la mancata definizione dell’adesione agevolata. Qualora si opti per la rateizzazione – in massimo 4 rate trimestrali di pari importo – quelle successive alla prima sono da versare rispettivamente: il 30 giugno 2024; il 30 settembre 2024; il 20 dicembre 2024.
Come funziona
Sulle rate successive alla prima sono dovuti gli interessi nella misura del tasso legale del 2% annuo. Il mancato pagamento di una delle rate successive alla prima comporta la decadenza dal beneficio della rateazione con conseguente iscrizione a ruolo degli importi ancora dovuti; della sanzione pari al 30% di ogni importo non versato (applicata sul residuo dovuto a titolo di imposta), e degli interessi per ritardata iscrizione a ruolo nella misura del 4% annuo. La speranza del governo è che i due mesi di proroga concessi ai contribuenti spiegano i morosi a pagare gonfiando gli incassi ma non sempre finisce in questo modo. Con la Rottamazione quater, ad esempio, questa strategia non ha funzionato. Il 20 marzo scorso si è chiusa la finestra per versare, per chi le ha saltate a fine 2023 violando così il patto sottoscritto con l'Agenzia delle Entrate nel giugno scorso, le prime due rate della sanatoria delle cartelle esattoriali.
Un condono
Una sorta di condono del condono per cercare di recuperare i cosiddetti "decaduti" e che riguardava quasi la metà (il 45 per cento) di coloro i quali avevano aderito senza poi fare il proprio dovere. Ebbene, secondo anche questa volta solo la metà dei contribuenti che erano stati "perdonati" ha voluto (o potuto) rimediare. Il governo, che aveva concesso questa possibilità attraverso il decreto Milleproroghe, attendeva un incasso di 5 miliardi e mezzo. In cassa sono affluiti poco meno di 3 miliardi aprendo un buco nel bilancio di Stato. Insomma un mezzo flop. Con la Rottamazione quater, c'era la possibilità di regolare, a rate, le cartelle esattoriali relative al periodo 2000-2022 pagando tutte le tasse arretrate ma godendo della cancellazione di sanzioni e interessi.

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