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Francesca Girardi: «Appena prima dell’esplosione ho visto il ghigno di Unabomber»

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Luana Ferraresi: «Due parole: eleganza e semplicità». Stefania Nanni: «L’importante è sperimentare, ma con il cuore». Elena Rossi: «Quando creo un cocktail è come scrivere un romanzo».

Lady Drink, l’evento dedicato unicamente alle donne nel mondo del bartending, ha decretato anche quest’anno gli allori per tre giovani barladies: Luana Ferraresi, Stefania Nanni ed Elena Rossi, ognuna vincitrice nella propria categoria, rispettivamente pre dinner, after dinner e long drink. Abbiamo parlato con loro per scoprire il dietro le quinte delle loro creazioni, le emozioni della gara e la loro visione sul futuro dietro al bancone del bar.

Qual è l’idea dietro al vostro cocktail?

Luana: «Due parole: eleganza e semplicità».

Stefania: «Alle spalle c’è una rivisitazione dell’Espresso Martini. Ho sostituito la vodka con il rum e l’ho elaborato in chiave moderna, mettendoci una crema salata in cima e inserendo nella ricetta un liquore al tiramisù, che quest’anno va molto forte».

Elena: «Il mio drink, Lady Gold, è dedicato alla femminilità; l’oro racchiude in sé l’idea stessa della competizione. Quando creo un cocktail prima mi immagino il prodotto, lo elaboro, lo affino e solo all’ultimo gli do un nome, come fosse un romanzo con il suo titolo».

Che importanza hanno concorsi come questi nel panorama del bartending?

Luana: «A livello di visibilità sono fondamentali per chi fa questo lavoro. E le soddisfazioni arrivano. Inutile dire che si tratti di grandi traguardi».

Stefania: «Per me in realtà Lady Drink è diventato un fatto quasi personale e motivato dall’affetto che provo per chi da anni organizza l’evento. Mi sembra di stare in famiglia».

Elena: «Per un o una bartender creano indubbiamente una rete di relazioni proficua. Io stessa devo la mia stessa crescita professionale a concorsi come questo».

Qual è il vostro sogno professionale? Dove vi vedete fra cinque anni?

Luana: «Al momento insegno in una scuola professionale di ristorazione a Ferrara. Ma da sempre sogno un locale al mare. Chissà; non escludo niente».

Stefania: «Mi vedo in un locale marittimo, magari nella mia isola preferita: Lampedusa».

Elena: «Le mie idee cambiano di giorno in giorno. Sono una bartender freelance e ciò mi porta a variare con molta frequenza. Vorrei creare un gruppo di professionisti, che diffondano in giro la testimonianza di questo lavoro».

Luana, qual è il segreto per creare un aperitivo perfetto?

«Una chiacchierata con il cliente per capire il suo carattere e scoprire di cosa abbia voglia in quel momento».

Stefania, quali sono gli ingredienti per un ottimo after dinner?

«Direi la morbidezza e l’effetto vellutato al palato».

Elena, hai pensato a un abbinamento musicale o un mood particolare per il tuo cocktail?

«Suggestioni: musica house, un tramonto in spiaggia, l’odore della salsedine».

Un ingrediente che non può mancare nel vostro bar?

Luana: «Bitter. È la base dell’aperitivo italiano».

Stefania: «Vermouth ».

Elena: «Mescal».

Il cocktail che rappresenta la vostra personalità?

Luana: «Americano. Drink facile ma complesso».

Stefania: «Negroni, ma non escludo un drink base lime».

Elena: «Espresso Martini, lo bevo sempre e chi mi conosce sa che non posso farne a meno».

Il cliente ideale: sperimentatore o tradizionalista?

Luana: «Sperimentatore! Nel nostro lavoro divertirsi è fondamentale».

Stefania: «Gli amici, perché anche il sabato sera, è con loro che sperimento e condivido».

Elena: «Tradizionalista. Con la moda di creare cocktail sempre nuovi si perde il concetto del bere classico».

Se potessi creare un drink per una celebrità, chi sarebbe e cosa prepareresti?

Luana: «Tom Cruise e gli proporrei un drink dai gusti complessi e rischiosi: ad esempio una grappa invecchiata con della frutta tropicale».

Stefania: «Brad Pitt e un cocktail Martini, perché secondo me lo identifica: bello e pungente».

Elena: «il cantante americano Kendrick Lamar, a cui farei provare un Tommy’s Margarita».

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