Home SignIn/Join Blogs Forums Market Messages Contact Us

Garlasco, perché Andrea Sempio è indagato? Dal dna sotto l'unghia di Chiara a all'impronta sul muro: quelle tracce trascurate

3 settimane fa 4
ARTICLE AD BOX

Materiale biologico ritenuto inutilizzabile, telefonate a casa Poggi considerate di scarsa rilevanza data la brevità, il ritardo di un anno nel fornire lo scontrino del parcheggio di Vigevano valutato «di scarsa valenza indiziaria». In diciotto anni, tanto è trascorso dall’omicidio di Chiara Poggi, la scienza ha fatto passi da gigante e il lavoro degli investigatori non si è fermato. I dati che a suo tempo sono stati esclusi o messi in un cassetto assumono nuova luce. E ciò che nella prima inchiesta ha portato alla condanna di Alberto Stasi a 16 anni di carcere, ora ha condotto all’iscrizione di Andrea Sempio nel registro degli indagati.

Garlasco, l'analisi tentata su una seconda impronta «sporca» sulla porta di casa Poggi. «Potrebbe essere la firma del killer»

LE ANOMALIE

La svolta arriva nel 2018, quando Giada Bocellari, legale di Alberto Stasi, denuncia «episodi di pedinamento, molestie e disturbo». I carabinieri approfondiscono e concludono: «Per comprendere meglio i fatti si è proceduto a una rilettura dell’intero fascicolo concernente l’omicidio di Chiara Poggi, riscontrando elementi che potrebbero mettere fine alla vicenda giudiziaria». E in un’informativa del 7 febbraio 2020 segnalano di avere riscontrato nelle precedenti indagini una serie di anomalie: sul dispenser del sapone dl bagno, oltre alle due di Stasi, «vi sono numerose impronte papillari sovrapposte che sarebbero state cancellate se fosse stato lavato dal sangue». Nel lavandino, durante il sopralluogo, «si evince chiaramente la presenza di quattro capelli neri lunghi», attestando che il lavabo non è stato ripulito dal sangue». Punto centrale, le tracce. Sulla scena del crimine ne vengono trovate in tutto sessanta, quella catalogata come «contatto numero 10» isolata il 17 agosto 2007 sulla parte interna della porta di ingresso secondo gli investigatori è generata da una mano sporca, tuttavia la natura della sostanza non è stata mai accertata. Nemmeno per escludere che fosse sangue e in questo caso avrebbe potuto essere attribuita all’assassino in fuga, data la posizione. Quell’impronta, rilevavano i periti dell’epoca, «non ha i 16 punti utili a una comparazione» ma «solamente otto», dunque è stata esclusa, per rientrare ora nel novero delle analisi della nuova consulenza dattiloscopica disposta dai pm di Pavia. Come quella del palmo della mano di Andrea Sempio impressa sul muro delle scale che portano alla tavernetta di casa Poggi. Altra criticità segnalata dal Nucleo investigativo dei carabinieri è rappresentata dalle scarpe. Gli uomini del Ris hanno acquisito tutte le calzature di chi entrò in casa dopo il delitto, per confrontarle con le orme impresse sul pavimento: «Almeno uno degli operanti consegnò un paio di scarpe che non erano quelle indossate il giorno del rinvenimento del cadavere di Chiara Poggi. Quindi la comparazione per esclusione fatta dal Ris fu sicuramente, quantomeno, parziale», è la conclusione.

TRE SQUILLI

Fulcro della nuova inchiesta è il dna di Sempio sotto il margine unguale della vittima. Il professor Francesco De Stefano, che effettua la perizia nel processo di secondo grado bis a carico di Stasi, ritiene il materiale degradato e inutilizzabile, la consulenza tecnica della difesa Stasi firmata dal genetista Ugo Ricci e del luminare tedesco Lutz Roewer - che la Procura ha poi fatto verificare dai propri periti Carlo Previderè e Pierangela Grignani - giunge a esito opposto: la moderna strumentazione accerta che è il codice biologico dell’indagato. Il quale in ogni caso frequentava la villetta di via Pascoli, essendo amico di Marco Poggi. I due si sono visti il giorno prima che Marco andasse in vacanza in Trentino con i genitori, ed è dunque «inverosimile» - annotano gli investigatori - che Andrea «non fosse a conoscenza» del fatto che il ragazzo sarebbe partito a breve per la montagna. Come invece Sempio ha messo a verbale per spiegare quelle tre telefonate a casa Poggi, dove era rimasta solo Chiara, ritenute «sospette». Gli atti riportano una «telefonata delle ore 01.05 del 4 agosto» fatta dal cellulare di Sempio, che per chi indaga rientrava nella consuetudine da parte di Marco di «preavvisare» i suoi, con il telefono dell’amico, quando stava rientrando. La chiamata dimostrerebbe che i due ragazzi «erano insieme». E ancora, quando contatta il telefono fisso dei Poggi, tre volte tra il 7 e l’8 agosto, pochi giorni prima dell’omicidio, lo fa per «chiedere» se c’è Marco. Infine lo scontrino del parcheggio fornito un anno dopo e ritenuto un alibi fragile. Elementi riletti e ora messi in fila che collocherebbero Sempio sulla scena del crimine.

Leggi tutto l articolo