Home SignIn/Join Blogs Forums Market Messages Contact Us

Gentiloni: se Italia non riduce gradualmente il debito, rischi possono arrivare non dal mio successore ma dai mercati

6 mesi fa 4
ARTICLE AD BOX

Dall’inviato a Trento. «Se l’Italia non mette il proprio debito su una traiettoria discendente la risposta negativa potrebbe non arrivare dal mio successore, ma dai mercati». È perentorio il giudizio del commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, mentre fa il punto con il pubblico del Festival dell’Economia di Trento a pochi giorni dalle elezioni. E non manca di sottolineare come al G7 di Stresa si sia arrivati a una prima risoluzione sull'uso degli extraprofitti degli asset russi congelati dopo l'invasione della Russia in Ucraina.

«Forse sono troppo ottimista ma spero che gli italiani, e soprattutto chi governa, pensino che una graduale riduzione del debito sia un fattore positivo. Il nuovo Patto di Stabilità non deve preoccupare: ridurre il debito è un’esigenza democratica», ragiona, raccogliendo un corposo applauso. Con la grana Superbonus ancora da disinnescare, Gentiloni fa notare che il consolidamento del debito è l’unica via percorribile per il Paese. Specie in un momento storico in cui la crescita economica domestica è più solida che in diverse altre nazioni, come la Germania, gli spread sono bassi e sta per arrivare l’inversione di rotta della politica monetaria da parte della Banca centrale europea (Bce).

«Il problema dell’Italia - dice - non è di sicuro il recepimento delle risorse per gli investimenti. Il limite alla crescita non deriva dalle regole di bilancio». Anzi, «c’è un grande margine in Italia per gli investimenti, e in alcuni casi c’è anche un surplus». Secondo Gentiloni, nella fase attuale, «sarebbe un grandissimo errore per un Paese come il nostro ignorare che un graduale e flessibile percorso di aggiustamento del debito è la soluzione più giusta. Fa bene alla nostra economia, agli investimenti, fa bene ai cittadini». Un messaggio, il primo e nemmeno troppo velato, all’attuale esecutivo. Che, una volta finita la spinta propulsiva del Piano nazionale di ripresa e Resilienza, dovrà fare i conti con uno scenario in cui la crescita ridotta complicherà il percorso di abbattimento del rapporto debito/Pil.

Ma poi arriva un’altra stilettata. «Vi ricordate di quel brutto acronimo, Pigs (maiali in inglese, ndr), con cui ci chiamavano nelle fasi più dure della crisi dell’eurozona? Beh, adesso questi Pigs volano. E lo fanno perché hanno agito sulla riduzione del debito». Fa riferimento a Irlanda, Spagna e Grecia, che a distanza di un decennio da quei momenti oggi hanno un costo del debito sui mercati minore rispetto a quello italiano. Un premio degli investitori che ancora non si è del tutto osservato nei confronti dell’Italia.

E proprio in chiusura di intervento, giunge il terzo messaggio. Quello che raccoglie gli applausi più larghi. «Una volta sentivo dire “vogliamo uscire dall’euro e dall’Europa”. Oggi non lo sento più. Ma bisogna pensare a come risolvere i nostri problemi con più unità. E lo affermo da autentico patriota italiano. E un vero patriota italiano oggi scommette su un'Europa più forte e non più debole». Meglio se con meno debito.

Ma nella discussione di Trento non è mancato nemmeno un riferimento a uno degli altri temi della giornata economica internazionale, ovvero il G7 dell’Economia di Stresa. Lo stesso da cui è arrivato Gentiloni. Il tema, fondamentale e critico, era quello dell’utilizzo degli asset russi congelati dopo la brutale invasione della Russia in Ucraina. Si dice “soddisfatto” dell’esito del vertice e spiega alcuni dei passi in avanti. “L’Europa ha deciso di utilizzare gli extraprofitti degli asset congelati, che non appartengono alla Russia, ma ad Euroclear. Sono quindi quasi tutti gestiti da entità europee. Circa 230 miliardi gestiti da Euroclear, su 300 in totale”, ha evidenziato. Ulteriori passaggi dovranno essere compiuti, ma c’è ottimismo: “Stiamo ragionando su come costruire un prestito per l’Ucraina, non sappiamo ancora quali caratteristiche avrà, ma per il G7 di metà giugno ci sarà un quadro più definito”. Ancora poche settimane di attesa e poi si capirà il prossimo capitolo della guerra a protezione dell’Ucraina.

Leggi tutto l articolo