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Germania, Merz sconfitto: niente stretta sui migranti. Non regge l'asse con Afd, Cdu spaccata dopo il blitz di Merkel

1 mese fa 2
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Il Bundestag ha respinto la proposta legislativa della Cdu-Csu per una «riduzione del flusso migratorio», che incontrava il sostegno dell'estrema destra AfD, e l'opposizione di socialdemocratici (Spd) e Verdi: dei 693 deputati che hanno votato ieri (con voto nominale), 338 hanno votato sì e 350 no. Cinque si sono astenuti. I liberali (Fdp), usciti a novembre dal governo semaforo, hanno votato a favore dopo avere intrapreso diversi tentativi di mediazione per cercare di tenere alla larga l'AfD. Nell'Unione Cdu-Csu ci sono state 12 defezioni di cui il capogruppo, e probabile prossimo cancelliere, Friedrich Merz, si è detto dispiaciuto ma ha precisato di rispettare la scelta.

Mercoledì Merz aveva ottenuto il voto, con l'appoggio dell'AfD, su una mozione per il contrasto dell'immigrazione illegale, ieri invece è stato sconfitto. La votazione è stata preceduta da una turbolenta maratona di circa sette ore durante la quale i principali esponenti se ne sono dette di tutti i colori lasciando sul campo molte vittime e nessun margine di compromesso. Prima vittima il clima, avvelenato, fra i partiti con il lancio reciproco di accuse furenti e il rischio concreto di compromettere le trattative per una nuova coalizione di governo che in un modo o nell'altro dovranno cominciare dopo le elezioni del 23 febbraio. La Cdu-Csu del candidato cancelliere Merz dovrà negoziare con i potenziali alleati se (stando ai sondaggi) vincerà le elezioni. I liberali, ammesso che superino lo scoglio del 5% (ora sono accreditati sul 4%), non bastano per una maggioranza al Bundestag, considerando che l'Unione si attesta attorno al 30%. Merz dovrà quindi negoziare con la Spd o con i Verdi per mettere insieme un nuovo governo, ma dopo le accuse al limite dell'insulto che sono volate ieri al Bundestag sembra molto difficile che i protagonisti possano sedersi come nulla fosse attorno a un tavolo e parlare serenamente. Spd e Verdi accusano Merz di essersi rimangiato la parola (si era impegnato a non cooperare mai con la AfD) e di non potersi più fidare lui. Merz viceversa li accusa di basso calcolo elettorale e di non volere nella sostanza, soprattutto i Verdi, ridurre davvero l'immigrazione irregolare. Gli attacchi più contundenti, e significativi, sono fioccati fra Merz e il capogruppo Spd, Rolf Mützenich: i due in realtà hanno un ottimo rapporto personale, ma ieri non se ne è avuto sentore.

QUADRO PRECARIO

Dal tono e il contenuto degli interventi di tutti i partiti era chiaro che quella di ieri non era una normale seduta parlamentare, bensì piuttosto una parata di comizi in piena campagna elettorale. Le elezioni anticipate sono alle porte e il quadro generale in Germania è precario. La crisi economica, l'emergenza migratoria, un governo dimissionario, l'instabilità internazionale, l'insicurezza dopo gli attentati di Magdeburgo o Aschaffenburg, l'ultradestra che avanza: la frustrazione e la rabbia serpeggiano fra i tedeschi e ne fa elettori sempre meno affezionati ai loro abituali partiti e sempre più propensi a esprimere voti di protesta o a disertare del tutto le urne. La competizione fra i partiti quindi è fortemente aumentata e l'aggressività nella campagna elettorale pure. Questo spiega anche il fatto che ieri i tentativi dietro le quinte - durati ore - dei liberali per arrivare a un compromesso con Cdu-Csu, Spd e Verdi sulla legge onde rendere superfluo il voto dell'AfD, siano tutti falliti. Nessuno dei contendenti voleva perdere la faccia e restare col cerino in mano di chi ha ceduto e fatto marcia indietro a poche ore dal voto.

TATTICISMO ELETTORALE

La domanda che gli osservatori si pongono, e probabilmente anche gli elettori, è se ne sia valsa la pena. Il sospetto è che si sia trattato di mero tatticismo elettorale da parte di tutti. Anche se la votazione avesse avuto esito positivo, le chance che il progetto di Merz diventasse legge erano zero. Infatti, al di là delle numerose proteste nel Paese contro l'iniziativa della Cdu-Csu e l'appoggio di AfD, e contro lo stesso Merz accusato di avere rotto per primo il muro di contenimento contro l'estrema destra, anche se fosse stata votata ieri, non avrebbe mai potuto diventare legge operativa perché non sarebbe passata al Bundesrat, la camera dei Länder. La prassi infatti vuole che un Land governato da coalizioni di colori diversi, come Cdu e Spd o Cdu e Verdi, si astenga dal votare. E un'astensione viene calcolata come un no, quindi poiché in diversi Länder ci sono coalizioni spurie, la legge non sarebbe comunque mai entrata in vigore. Resta quindi il timore di una messa in scena elettorale, e di una campagna senza esclusione di colpi.

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